domenica 29 aprile 2012

Dalle Banche Svizzere un tesoro di 50 miliardi di evasione che il Governo però non vuole...

Certo i blitz della guardia di Finanza a Cortina o negli altri paradisi del privilegio sono importanti.
Ma rischiano di essere una presa in giro se non si agisce anche sull'evasione dei grandi capitali!
L'Italia potrebbe rapidamente recuperare 50 miliardi di euro dalla Svizzera ma il governo sembra incredibilmente "disinteressato" e fa orecchie da mercante.
Un breve riepilogo della situazione: tutti sanno che in Svizzera si depositano ingenti capitali, in molti casi proprio per favorire l'evasione fiscale o peggio perchè sono il prodotto di attività che non si vuole rendere trasparenti. In cambio di essere la cassaforte del mondo occidentale la Svizzera ha garantito assolutà riservatezza e intoccabilità dei soldi. Ora però, con l'avanzare della crisi, la pressione degli altri paesi si è fatta fortissima. E così già Gran Bretagna, Germania e Austria hanno sottoscritto accordi con la Svizzera che consentono di recuperare con una tassa una tantum (una sorta di partimoniale) tra il 19 e il 30% dei capitali li depositati (ma in Germania la Spd contesta la Merkel e vuole provvedimenti più duri per gli evasori). Inoltre ogni anno la Svizzera fa per conto terzi il prelievo fiscale del 25% sui profitti prodotti da questi capitali consegnandoli ai paesi d'origine dei proprietari.
In cambio conserva quel segreto bancario che finora ha fatto la sua (discutibile) fortuna.
Questo in particolare è l'accordo con l'Austria i cui cittadini hanno stipato in Svizzera circa 20 miliardi di euro. Per i cittadini italiani si stima invece che i miliardi li depositati siano oltre 150 miliardi!! Si parla quindi di un introito una tantum di quasi 50 miliardi di euro oltre al gettito annuale del 25% dei profitti di questi capitali...
Certo è una specie di sanatoria fiscale, ma almeno molto più seria del 5% dello scudo fiscale di Tremonti...
Fino a oggi il Governo Monti si è difeso dal non aver avviato un accordo simile dichiarando di aspettare le decisioni comunitarie e temendo sanzioni per iniziative unilaterali. Ma proprio ieri il commissario europeo alla fiscalità, Argildas Semeta, ha dichiarato la piena conformità di questi accordi col diritto comunitario in attesa di una normativa collettiva. Questo toglie ogni alibi al governo, la crisi morde ma Monti, anche dopo ieri, è rimasto in silenzio...
Ora deve far capire se davvero pensa che la crisi deve pagarla solo la povera gente e i lavoratori!!


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