venerdì 27 aprile 2012

Il 50% delle pensioni è sotto i mille euro, ma il Governo aiuta i manager evasori!!

Secondo gli ultimi rilevamenti Istat gran parte degli italiani è sulla soglia dell'impoverimento definitivo. In particolare il 50% delle pensioni è sotto i mille euro al mese... eppure il governo Monti destina i suoi aiuti a Manager e Superburocrati!!
Sono i provvedimenti nascosti nelle "varie riforme di struttura" come le chiama il governo. Provvedimenti ad personam per i quali improvvisamente Monti dimentica l'austerity... Favori insomma! E privilegi...
L'ultimo esempio è la delega fiscale al governo in cui ci si propone di depenalizzare l'elusione fiscale, di recente inserita dalla Cassazione tra i reati penali, aprendo sullo sfondo alla Sanatoria nei confronti di una serie di posizioni aperte, cioè di debiti pendenti col fisco, di stilisti come Dolce e Gabbana, o i manager delle principali  Banche italiane come Unicredit, i cui vertici sono stati rinviati a giudizio per aver sottratto al fisco 750 milioni di profitti...!!

5 commenti:

libero di pensare a modo mio ha detto...

E se votassimo movimento 5 stelle alle prossime elezioni ? Vi immaginate ? Il prossimo anno su "Time" ci sarebbe la foto di grillo come "Man of the year". Sarebbe splendido, alla faccia delle banche

La ricreazione è finita ha detto...

e la moglie di Bossi, in pensione da quando aveva 39 anni?

E GIULIANO AMATO che riscuote decine di migliaia di euro al mese?

http://amicodeltrota.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Belpaese: stipendi da fame e prezzi alle stelle!

Come fa un paese a crescere quando i suoi sudditi, pardon, i suoi "cittadini" percepiscono salari e pensioni che sono al limite della questua? Alla domanda la politica non ha saputo dare risposte concrete e ha delegato a questo i professori, facendosi da parte. I tecnici, da parte loro, hanno risposto al bisogno di crescita rivendicato ormai da anni dalla nazione intera, con una serie sconsiderata di aumenti ed una tassazione ai massimi storici. Per contro, ha lasciato 'indisturbate' le categorie più ricche del Belpaese che, nonostante tutto, continuano ad ingrassare i loro già lauti profitti! Così pur facendo parte dell'Unione Europea, almeno per quanto riguarda sacrifici e privazioni, gli italiani si ritrovano con gli stipendi che sono tra i più poveri del vecchio continente. Le retribuzioni dei lavoratori italiani non sono mai state così basse da 29 anni a questa parte e il divario con i prezzi è al top dal 1995. Lo fa sapere l'Istat, sottolineando che a marzo le retribuzioni sono state ferme su base mensile e in aumento dell'1,2% su base annua: si tratta dell'aumento tendenziale più basso almeno dal 1983. Secondo i dati Istat, inoltre, a marzo il divario salari-prezzi ha toccato un livello record: la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d'inflazione (+3,3%), su base annua, ha registrato una differenza di 2,1 punti percentuali: si tratta del divario piu alto dall'agosto del 1995. Quanto ai principali macrosettori, a marzo, le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che, lo scorso mese, hanno presentato gli incrementi tendenziali maggiori sono stati: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,9%), chimiche, comparto di gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e quello delle telecomunicazioni (2,7% per tutti i comparti). Si sono registrate, invece, variazioni nulle nell'agricoltura, nel credito e assicurazione e in tutti i comparti appartenenti alla pubblica amministrazione. Alla fine di marzo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo contrattuale è del 32,6% nel totale dell'economia e del 12,3% nel settore privato per un totale di 4,3 milioni di lavoratori senza contratto! L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di oltre due anni (27 mesi) tanto nel totale che nell'insieme dei settori privati. Alla fine di marzo 2012 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 67,4% degli occupati dipendenti e al 61,8% del monte retributivo osservato.

fracatz ha detto...

c'è sempre una ragione al succedersi delle cose, quello che non si spiega è il perchè una minoranza di circa il 10% di individui, che guadambiano più di 70.000 euri annui possa governare e sodomizzare il restante 90% nella nazione del valoroso bobbolo tajano.
Il bobbolo è fantasioso

cartesio ha detto...
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