giovedì 31 maggio 2012

Formigoni: eli-taxi per i ricchi. Ma per ora solo per lui


Sì, Roberto Formigoni è veramente il celeste governatore. Celeste come il mare delle vacanze sullo yacht messo a disposizione gratuitamente per intere estati dal gran mediatore Piero Daccò. Celeste come il golfo sardo su cui si affaccia la villa venduta a prezzi contenuti dallo stesso Daccò a uno dei Memores Domini che convivono con il numero uno della Lombardia e che da lui è stato aiutato con un "prestito" di oltre un milione di euro. E celeste come il cielo che solcava sul jet privato, pagato dal solito Daccò, per gite ai Caraibi o sulle spiagge della Costa guarda caso Azzurra.
Ma volare nel blu dipinto di blu è una passione a lui particolarmente cara, che lo ha visto protagonista di trasferte spettacolari a bordo di elicotteri. Lui scende sempre dall'alto, che si tratti di andare sulle sponde del lago di Como per i vertici di Cernobbio, a Rimini per presenziare da protagonista al meeting di Cl o in Valtellina per godersi una sciata sulla neve più immacolata. Un'abitudine fin troppo esibita, che ha provocato
domande ironiche quando a ottobre è sbarcato dall'ennesimo elicottero a Cernobbio per un convegno sull'Expo: "Presidente arriva dal cielo come la manna?". Qui erano abituati a ben altre discese: il rito dell'atterraggio in cima alla scalinata di Villa d'Este un tempo era prerogativa di Gianni Agnelli, che però usava il suo velivolo e non aveva bisogno di intrufolarsi su elicotteri altrui.
Tra le nuvole non ci sono code e si corre in fretta dovunque: per un top manager il tempo è denaro. Formigoni invece ottiene anche questi benefici senza costi. Il vettore dei suoi viaggi d'alta quota è quasi sempre la società Avionord: nata per il trasporto delle équipe mediche e degli organi da trapiantare, era controllata dalla Regione che l'ha ceduta a un'azienda di forniture ospedaliere. Il legame con l'ente pubblico però rimane forte: la giunta del Celeste ha affidato ad Avionord i voli sanitari, stanziando quasi  due milioni fino al 2013. E un passaggio a chi ti garantisce il lavoro non si nega certo.
Ma il governatore non vuole che questo privilegio sia riservato solo a lui: da anni sogna di riempire la Lombardia di rotori, creando una flotta di elicotteri che scavalchi gli ingorghi del traffico. Come in una perenne cavalcata alata, degna della celebre scena di "Apocalypse Now", crede che i velivoli sostituiranno taxi e autobus nelle congestionate arterie padane: basta asfalto, tutti per aria.

Nel 2008, quando già Malpensa cominciava a perdere le penne trasformandosi da hub internazionale a scalo di provincia, fa partire il primo progetto: un network di elicotteri per collegare la metropoli e l'aeroporto. Il Pirellone trova un partner ideale nell'Agusta Westland, l'azienda del gruppo Finmeccanica basata proprio nel Varesotto. Ai comandi c'è Giuseppe Orsi, considerato vicinissimo al governatore. Un feeling così intenso che avrebbe visto Formigoni tra gli sponsor della nomina di Orsi al vertice dell'intera holding tecnologica. Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, ha parlato ai pm napoletani anche di finanziamenti milionari girati da Agusta a Comunione e liberazione. Ma l'amministratore delegato ha negato spintarelle e respinto come false le accuse di Borgogni.

Di sicuro, Orsi non è stato il solo a condividere i disegni aeronautici del governatore. Per lo studio lombardo "Vertipass", Agusta ha messo intorno a un tavolo un comitato di opinion leader di tutto rispetto: l'allora ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, il capo di Stato maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont (colosso delle infrastrutture), e persino l'attuale segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Per la Regione dà la sua benedizione Raffaele Cattaneo, potente assessore ai Trasporti e fedelissimo di Formigoni. La ricerca è pronta in pochi mesi e offre risultati strabilianti: si ipotizzano benefici economici compresi tra 3 e 9 miliardi di euro per il sistema-Paese. Il biglietto per i vip alati verrebbe a costare dai 150 euro in su: una beffa per le ondate di pendolari alle prese con treni regionali sempre più scarsi e affollati.
Lo studio ha un punto di vista suggestivo e surreale: come modello per il futuro della metropoli milanese si ispira all'area di Hong Kong. Ma la città cinese sorge su 236 isole dove vivono oltre 7 milioni di abitanti, 15 volte la densità per chilometro della Lombardia. Laggiù pulsa il cuore di un sistema commerciale e finanziario che non conosce crisi: in quell'arcipelago per i manager che cavalcano il boom dell'economia asiatica ci sono poche alternative all'elicottero. Salvo i periodi in cui - unico elemento comune con le valli padane - la nebbia paralizza le piste.
Con Malpensa ormai ridotta a smaltire soprattutto charter e low cost, il progetto delle navette alate perde consistenza. Ma subito si prepara al decollo un'alternativa, ancora più grandiosa e sempre pilotata dal tandem Formigoni-Orsi: creare un taxi aereo per l'Expo 2015. E allo stesso tempo promuovere una rete di collegamenti in tutta la pianura: da Brescia, Bergamo, Lecco, Varese e Sondrio fino agli scali di Malpensa e Linate. Con 300 euro si potrà arrivare dalle rive del lago di Garda al check in soli 30 minuti. Un miraggio per gli automobilisti paralizzati lungo la Milano-Venezia. C'è un solo difetto: nella capitale lombarda manca un eliporto. Detto-fatto: la Regione nella costruzione del nuovo Palazzo Lombardia include una piazzola di atterraggio con 26 metri di diametro, abilitata anche per accogliere bestioni da oltre sei tonnellate come l'Agusta Aw 139 da 15 posti. Il costo è misterioso, ma di sicuro non inferiore al milione di euro. Come inaugurazione, si sfrutta la finale dell'"Isola dei famosi", con i concorrenti del reality che sbarcano in diretta tv sulla vetta del nuovissimo grattacielo formigoniano.
Rimane un problema: la pista è in pieno centro, a meno di 30 metri dai condomini. L'opposizione è pronta ad aprire il tiro: "E' demenziale costruire un eliporto così vicino alle case, con l'elicottero che atterra praticamente sui balconi. Cosa succederà se si dovesse arrivare a 40 voli alla settimana?", sottolinea Franco Mirabelli del Pd. L'assessore ai Trasporti Cattaneo minimizza: "Mi sembrano sensazioni: credo che non ci sia motivo di suscitare allarme", dice sciorinando i dati dell'impatto acustico. E Formigoni, sordo alle critiche come al rumore delle pale, nega che l'eliporto sia una delle sue manie di grandeur: "Non è il mio, ma è quello per il servizio di emergenze". Per ora - come raccontano i video presenti sul Web - l'unico ad usare la pista per l'elicottero è il governatore con le ali. E anche in questo caso, la domanda è: chi paga?

Michele Sasso

1 commento:

gianfranco ha detto...

La megalomania è l'elemento caratteriale che accomuna i due presidenti, un ex, Silvio B., uno pronto per diventare presto ex Roberto F.