lunedì 19 dicembre 2011

Quei maledetti 98 miliardi che lo Stato non vuole riscuotere

E se mentre vi stanno decurtando la pensione, obbligandovi a lavorare per altri 6 anni, vi dicessero che ci sono 98 miliardi di euro che lo Stato potrebbe riscuotere ma a cui non sembra per nulla interessato? E se mentre le accise sulla benzina aumentano e fare un pieno diventa un salasso veniste a sapere che sono 4 anni che i vari governi di destra, di sinistra e di impegno nazionale non fanno nulla per recuperare quella cifra enorme che, da sola, basterebbe a pagare gli interessi sul debito pubblico nazionale per un anno intero?
Un po’ di storia
E' il maggio del 2007 quando una Commissione Parlamentare prima, e il Gruppo Antifrodi Tecnologiche della Guardia di Finanza poi, al termine di una lunga inchiesta comunicano i risultati alla Corte dei Conti. E sono dati sconcertanti. Le dieci maggiori società concessionarie che gestiscono le slot machine avrebbero contratto un debito col Fisco per gli anni 2004-2007 pari a circa 100 miliardi. La truffa erariale più grande che la storia della nostra Repubblica ricordi.
 Ma come è potuto succedere?
Molto semplicemente, per legge le fameliche slot machine devono essere collegate con un modem ad un ricevitore della Sogei (Società Generale di Informatica controllata dal Ministero del Tesoro). Invece, i due terzi delle macchinette non sono collegate a questo sistema di controllo. E infatti nel solo 2006 le società indagate incassano il triplo dell’importo dichiarato al Fisco: 43,5 miliardi anziché 15,4. Dopo varie contestazioni e numerose penali – che lasciano ipotizzare un costante aumento della cifra che lo Stato deve riscuotere – si arriva, il 4 dicembre del 2008, al processo. Come spesso succede, tuttavia, i difensori contestano la competenza della Corte dei Conti obiettando che di tale questione deve occuparsi il Tar del Lazio. La disputa viene risolta dalla Cassazione, che nel dicembre del 2010 stabilisce che i giudici contabili possono continuare ad indagare. E infatti, nell’ottobre scorso, è ripreso il processo.
Le responsabilità dei Monopoli
Pesanti responsabilità, se non addirittura connivenze, sembrano ricadere anche sull’Agenzia dei Monopoli di Stato (AAMS). A denunciarlo è la stessa Commissione d’indagine che parla di “interrogativi” sorti durante l’inchiesta “su specifici comportamenti tenuti dai Monopoli in particolari occasioni” che “riguardano sia la fase di avvio delle reti telematiche e in particolare l’esito positivo dei collaudi allora condotti, subito dopo smentiti dall’esperienza applicativa, sia l’accelerato rilascio di nulla-osta di distribuzione per apparecchi nell’imminenza dell’entrata in vigore di una disciplina più stringente, sia infine l’omessa applicazione di sanzioni previste dalla legge e ‘l’invenzione’ di regimi fiscali forfettari”. E secondo quanto dichiarato da un membro della Commissione al Secolo XIX, “i Monopoli hanno autorizzato persino macchinette apparentemente innocue, giochi di puro intrattenimento, senza scoprire che premendo un pulsante si trasformavano in slot-machine. L’applicazione di forfait ha permesso il dilagare di anomalie, perché la 'cifra fissa' è assai più bassa di quella che potrebbe essere rilevata dalle macchine. Così in moltissimi casi sono state dichiarate avarie, guasti, difficoltà di collegamento dei modem solo per poter pagare di meno, con una perdita secca per lo Stato di miliardi di euro”.
 I Monopoli, in sostanza, avrebbero permesso e facilitato la dilagante evasione delle società concessionarie, “rinunciando a qualunque forma di sanzionamento che avrebbe dovuto essere attuata”. Oltre ai vertici de Monopoli, gravi accuse di corruzione sono state rivolte dalla Commissione a singoli funzionari che, attraverso “anomale procedure” e “retrodatazione delle autorizzazioni”, avrebbero permesso ad almeno 28 aziende (alcune delle quali oggetto di indagini da parte della magistratura per presunti reati di corruzione nei confronti di dirigenti dei Monopoli) di eludere le disposizioni introdotte successivamente dalla legge.
L’immobilismo dei governi
 Intanto, i governi che si sono succeduti dal 2007 ad oggi - di sinistra, di destra e di impegno nazionale - continuano a restare imbambolati senza prendere una decisione al riguardo. L’ultima volta che se ne è parlato in Parlamento, l’estate scorsa, il ministro Vito ha rassicurato che «nel decreto anticrisi, attraverso la collaborazione con la Guardia di Finanza, sono stati attivati controlli e indagini sull’attività delle società stesse a garanzia del loro operato e per verificarne l’affidabilità». Che tradotto suona più o meno come in Don Raffaè: “Lo Stato che fa? S’indigna s’impegna poi getta la spugna con gran dignità!”.
Slot, politica e Mafia: un intreccio pericoloso
Si potrebbe essere maligni, a questo punto, e pensare che tanto immobilismo bipartisan sia dovuto alla presenza di uomini vicini a politici importanti nell’affare. E magari anche alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Atlantis ad esempio, una delle società concessionarie maggiormente impantanate nella faccenda (con sede fiscale nelle Antille Olandesi), ha un legale rappresentante che si chiama Amedeo Labocetta, un ex esponente di spicco di An a Napoli, oggi parlamentare del Pdl. Lui però ha sempre stoicamente rimandato al mittente ogni accusa: “Faccio il deputato a tempo pieno, sono nella commissione antimafia e mi sento il custode di Montecitorio: sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene”. Peccato che questo stakanovista eroe della patria si sia reso protagonista di un episodio assai curioso, il 9 novembre scorso. Mentre le Fiamme Gialle stavano perquisendo un ufficio di Francesco Corallo, presidente di Atlantis, s’è intrufolato quatto quatto nel locale – insieme a Giulia Bongiorno, deputata di Fli – e ha portato via quello che ha definito essere un “suo” computer, invocando l’immunità parlamentare in faccia ai militari della Guardia di Finanza.  Francesco Corallo, proprietario di quell’ufficio romano e presidente di Atlantis, è un personaggio piuttosto importante. Se non altro perché suo padre è quel Gaetano Corallo condannato a 7 anni di reclusione per associazione a delinquere. Si tratta di uno dei più importanti esponenti della mafia di Catania, in strettissimi rapporti con Nitto Santapaola, che avrebbe anche ospitato in una sua villa ai Caraibi durante la latitanza del superboss.

Forse, un giorno, qualcuno ci dirà come andrà a finire questa brutta storia. Intanto voi, cari Italiani, in nome del bene del Paese e in virtù della difficoltà del momento che stiamo attraversando, pagate e zitti.


Valerio Valentini

8 commenti:

Stardust ha detto...

NO COMMENT...

kiros ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
kiros ha detto...

sull'argomento, Report aveva già fatto un servizio:

REPORT - Puntata dell'08/05/2011

I BISCAZZIERI

Newslot, VLT, Bingo, scommesse e lotterie. Un’ immensa torta spartita tra Stato, concessionari ed esercenti.Quest’anno l’industria dei giochi ha fatturato 61,4 miliardi di euro, di cui circa 44 ritornano in vincite, 9,9 vanno nelle tasche dell’erario (+17%), il resto in quello di concessionarie e esercenti. Ma chi ci guadagna davvero?
I concessionari delle slot sono, dal 2004, considerati esattori per conto dello Stato, ma solo da quest'anno il ministro delle Finanze ha inserito una norma nell’ultima legge di stabilità che pone requisiti di trasparenza, onorabilità e solidità economica. Insomma solo ora si chiede di sapere con esattezza chi sono i proprietari delle concessionarie che maneggiano quantità di denaro stratosferiche e che hanno intricate strutture societarie con sede ai Caraibi o in Lussemburgo. Eppure si tratta di un settore delicatissimo, a rischio di infiltrazioni mafiose, che della trasparenza dovrebbe fare il suo principale passaporto.
Report ha verificato quanto e come i monopoli hanno vigilato sulle società concessionarie e come sono stati gestiti i rilasci delle concessioni di giochi come Superenalotto, scommesse, gratta e vinci. Nella puntata emerge anche uno stretto rapporto tra politica e aziende del settore, con ricadute sulla stessa legislazione italiana. Sigfrido Ranucci ci porterà infine all’Aquila, per vedere quanto dei ricavi delle slot machines che lo Stato ha destinato con il dl Abruzzo per la ricostruzione post terremoto è arrivato a destinazione.

http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-24db0a0b-49fb-43cf-8045-8389806320eb.html?refresh_ce

Anonimo ha detto...

Scusate un piccolo commento fuori luogo.
Ho letto di Report che necessariamente porta alla conduttrice milena gabanelli. E mi porta ad un confronto tra questa giornalista e bruno vespa, quel vermiciattolo pagato dalla rai profumatamente, con soldi dei cittadini costretti per legge ad essere dei finanziatori della rai.
L' altro giorno berlusconi parla alla presentazione di un libro carta igienica di vespa, il pidocchio. Ma vi pare possibile questo ?
Nessuno dice nulla ?

prometeo56 ha detto...

tI SBAGLI, non sono un terzo le macchinette collegate ad internet, ma bensì un decimo del totale.Quindi i miliardi non sono 98 ma il doppio

sandokan ha detto...

IO aprirei una indagine sulla Telecom che spende una marea di soldi in pubblicità e non mette in condizione la nazione di funzionare con linee decenti. Con il costo di uno spot pubblicitario si potrebbe realizzare una centrale nuova e collegare con l'ADSL anche i piccoli centri, cosi nessuno potrebbe più accampare scuse di difficoltà di collegamento.

listaneratrasporti ha detto...

oltre report ne ha parlato diverse volte il quotidiano di Genova il secolo XIX. L'assurdità è stata quando le società che gestiscono le macchinette hanno verificato i loro conti, hanno ammesso di essere debitrici di 90 milioni di euro!!!! e lo stato tace... in quanto i proprietari sono tutti pezzi da novanta, come anche i savoia...
buone feste...

L'Indignato ha detto...

Mi piacerebbe che il Primo Ministro Monti dichiarasse in pubblico di non volere i 98 Mldi di euro dei giochi,perché la Merkel non glielo ha chiesto. La Merkel,BCE,Sarkozy,hanno chiesto di ravanare nelle tasche degli italiani ed aumentare l'età pensionabile,senza aumentare i posti di lavoro alle nuove generazioni,contrariamente a cosa vogliono farci bere. Così facendo l'Italia diminuirà il PIL ed aumenterà il debito a livelli non onorabili. Ai tempi dei romani chi non pagava i debiti diventava schiavo. Vogliono schiavizzare l'Italia? Poi a Monti daranno la Legion d'Onore e la Croce di Ferro per i servigi dati a Sarkozy e Merkel. Bella porcata.