sabato 21 gennaio 2012

Liberi liberi... di evadere il fisco! Beccato anche il grande Vasco


L’Agenzia delle Entrate sembra credere poco alla dichiarazione dei redditi che il contribuente Vasco Rossi, professione rockstar, ha presentato nel 2008 dichiarando un imponibile di 5,8 milioni di euro. Secondo il fisco, infatti, il musicista originario di Zocca, nel modenese, ne avrebbe guadagnati 10,3, di milioni, e in seguito a verifiche effettuate lo scorso anno la società di cui Vasco risulta socio lo scorso dicembre ha provveduto a rispondere all’ente che si occupa di tributi a una prima serie di “verbali di constatazione” avviando così il processo di accertamento.
Non si tratta tuttavia di una procedura sconosciuta a Vasco Rossi, osservato speciale all’Agenzia delle Entrate fin dal 2010. In quell’anno, infatti, la lente di chi deve andare a individuare potenziali evasori si era focalizzata su uno yacht riconducibile al rocker che era ancorato nel porto di Sanremo. E Vasco, già in quell’occasione, aveva respinto gli addebiti che il fisco gli muoveva. Torna oggi a dichiarare alla stampa: “Ho sempre pagato le tasse, sia quando ero povero sia oggi”.
In questi termini risponde a un’inchiesta pubblicata sul settimanale L’Espresso e nella stessa occasione ha aggiunto che odiare i furbetti delle tasse che non le pagano. Inoltre, in base a quando dichiarato, tutte le sue proprietà sono alla luce del sole, avendole intestate a società da lui aperte per “limitare eventuali ritorsioni contro la mia persona fisica per eventuali danni causati a terzi dalla barca o dal suo equipaggio”.
Per quanto si sa delle aziende che lo schermerebbero dalle ritorsioni di cui ha parlato, sarebbero due. Tra queste, l’Area Srl, è stata messa poco tempo fa in liquidazione ed è proprio questa di cui l’Agenzia delle Entrate si è interessata nel passato recente. Un’altra si chiama Giamaica Srl ed è ancora attiva. In merito al patrimonio del musicista, invece, si sa che tra ciò che possiede rientrano beni immobiliari in Francia e una villa in Calfornia, a Los Angeles, anche in questo caso di proprietà diretta di 2 aziende di Vasco Rossi che hanno sede negli Stati Uniti.
Tornando all’indagine in corso, che sarebbe prossima alla conclusione, l’attenzione degli ispettori del fisco si sta concentrando su una serie di rapporti professionali, prestazioni e relative fatture che le sue aziende si sarebbero scambiate. L’ipotesi è che chi cura gli interessi di Vasco Rossi abbia teso a ridurre l’importo di quanto versare alle casse dello Stato in base alla sua dichiarazione dei redditi personali. Un meccanismo che, se confermato una volta chiusa l’ispezione, potrebbe far emergere quasi 5 milioni di euro non versati o posticipati ad anni fiscali successivi. Lui invece, dichiarandosi il “primo contribuente di Bologna”, la città dove vive, continua a dire che la situazione sta in altri termini.

Antonella Beccaria
 il Fatto Quotidiano del 20 gennaio

4 commenti:

Donato53 ha detto...

i grandi dovrebbero dare l' esempio perché i loro soldi sono talmente facili da guadagnare che non danno problemi di sudorazione per accumularli.

L'intruso ha detto...

Che schifo evadere...

Lamentiamoci anche dei (presunti) vip su
http://www.schifodivita.com

Mr. Tambourine ha detto...

Un flop dopo l'altro per questo irresistibile coglione.

www.ciclofrenia.it

Mr. Tambourine ha detto...

Ah, Vasco l'ho smerdato pure io, qua.