lunedì 23 gennaio 2012

Parte lo sciopero e si bloccano i Tir nell'Italia continentale. Si mobilitano i "forconi"

Si diffondono i blocchi degli autotrasportatori anche nell'Italia continentale!

Dopo il consorzio AIAS di Giuseppe Richichi in Sicilia, da stanotte al 27 gennaio c'è infatti lo sciopero proclamato dall'associazione degli autotrasportatori "Trasporto Unito" su tutta la penisola.
Con i tir che stanno cercando di diffondere i blocchi sul modello siciliano.
Fin dalla prima serata della domenica si sono diffuse notizie di interruzioni del traffico su diversi svincoli autostradali da sud a nord, sulla Napoli-Canosa, sulla A7 Milano-Genova, sulla A30 Caserta-Salerno, sulla A1 Roma-Napoli, sulla SS16 Adriatica ed altre. Inevitabilmente il sito del CCISS viaggiare informati, finisce per fare da megafono alla diffusione della protesta. Difficile dire sin da ora qual'è la consistenza di questi blocchi e l'adesione degli autotrasportatori a questo sicopero.

A capo di "trasporto unito" c'è il presidente Franco Pensiero, titolare di una ditta di "trasporto-smaltimento rifiuti pericolosi e non pericolosi" con raggio d'azione in Liguria.

In realtà fin dal 2009 si era aperto un tavolo tra il Governo e le associazioni degli autotrasportatori ma senza portare a risultati e la crisi economica ha fatto il resto. Nel volantino di rivendicazione di questo nuovo sciopero insieme alla richiesta di un pronto recupero delle accise e della diminuzione complessiva del prezzo del gasolio, ci sono certo punti più corporativi, ma pure una complessiva spinta a regolamentare il far-west del settore. Cosa che darebbe garanzie pure a tutte quelle ditte individuali che rappresentano una sorta di lavoro autonomo di nuova generazione e che vengono strozzate dalla crisi e dallo strapotere dei committenti. Quindi richiesta di remunerazione dei tempi di attesa dovuti ai committenti, pagamenti in tempi certi, sanzioni agli irregolari ecc

Allo sciopero dei trasportatori, si associano le aspettative dei gruppi nati a macchia d'olio su internet in tutta la penisola ed in particolare al sud. Li spinge l'esempio della Sicilia, pur non avendo in genere un rapporto pregresso col movimento dei forconi, né uno stato di agitazione di contadini e pescatori simile. Sembra piuttosto una parte del popolo anti-casta che vede in questa situazione la nuova occasione di esternare il proprio disagio nella crisi e l'insofferenza verso i privilegi dei potenti di turno. Si moltiplicano perciò i queste ore gli appelli a scendere in piazza al fianco dei trasportatori, partecipando ai blocchi o con cortei cittadini. Ma il piano di rivendicazioni resta ancora molto vago.

Continua anche il tentativo di strumentalizzazione dell'estrema destra neofascista, che ha fatto nascere formalmente gruppi facebook in quasi tutte le regioni (in genere si chiamano "movimento forconi...."), ma in contemporanea sulla rete nascono anche i gruppi spontanei e in genere molto piu numerosi della gente che aderisce genuinamente alla protesta. I movimenti civici, i comitati e una parte di centri sociali, che in prima battuta  guardavano con diffidenza a questo movimento così spurio e poco definito nei suoi obiettivi, stanno vincendo le resistenze iniziali sull'esempio dei centri sociali di Palermo... e questo potrebbe contribuite a un chiarimento degli obiettivi collegandoli alle lotte sui beni comuni e contro la precarietà.

In settimana ripartiranno infine le proteste delle categorie colpite dal "decreto-liberalizzazioni":
ce n'è per tutti i gusti, si va da lotte corporative a lotte sindacali a seconda della composizione sociale interessata. Dalle serrate di farmacisti (il 1 febbraio) e taxisti (il 23 gennaio) allo sciopero dei ferrovieri dell'Orsa che contestano la possibilità che i nuovi privati delle Ferrovie potranno disattendere il contratto nazionale di categoria. Insomma un estensione del temuto "modello Fiat-Pomigliano"...



5 commenti:

Mr. Tambourine ha detto...

Il problema è che non ci si può fermare di fronte al fatto che della gente abbia pagato cifre esorbitanti per una licenza da tassista e che vada su tutte le furie (da un certo punto di vista, non dico giustamente ma quantomeno comprensibilmente) perché con una liberalizzazione del settore i nuovi tassisti la pagherebbero molto meno.

Si chiama progresso, per Dio. Non è che quando mi sono comprato uno smartphone Android a 200 euro mia madre mi è venuta a rompere il cazzo perché qualche anno fa ha pagato il doppio per un Nokia N97.

www.ciclofrenia.it

leone56 ha detto...

devono bloccare tutto fanno bene

Salvatore La porta ha detto...

dovremmo farlo tutti.........

http://uuomo.blogspot.com/

erminia ha detto...

E i finti nullatenenti rubano gli aiuti ai veri nullatenenti che la Chiesa sta "aiutando" con "Banco Alimentare chiuso per eusarimento merce": ipocriti!

erminia ha detto...

Certo, alcune sedi, poste nei punti più in vista del territorio sono aperte, ma quelle messe un po' in disparte vengono di fatto trascurate, insieme ai veri poveri di competenza, che non possono recarsi in un'altra sede a prendere l'aiuto CEE.