martedì 3 aprile 2012

Quando Passera versava al fisco quei milioni evasi da Banca Intesa

“Certamente non può essere più considerato furbizia non pagare le tasse Anche gli ultimi dati dicono che ci devono essere più controlli e migliori norme, ma alla fine ci deve essere anche una sanzione sociale. Non deve essere tollerabile anche tra le persone che chi può contribuire in maniera adeguata non lo fa, come avviene adesso. Perché questa situazione cambi ci vuole uno sforzo di tutti”.
Così parlò il ministro Passera. Parole dure, vere e proprie minacce agli evasori. Peccato però che il ministro, quand'era al vertice della banca Intesa Sanpaolo, e parliamo di nemmeno un'annetto fa, abbia evaso e poi versato qualcosa come 260 milioni di euro. Certo, era in ottima compagnia, visto che l'intero sistema bancario italiano in pratica doveva e deve soldi allo Stato per evasione fiscale, ma avrebbe potuto riflettere prima di azzardare proposte e rimproveri così estremi. Anche perché la "sanzione sociale" che ci piacerebbe applicare al ministro, sarebbe di gran lunga superiore a quella che lui auspica per gli evasori. Certe volte è meglio tacere, Signor Passera. Così si evita di prendere in giro milioni di persone che le tasse le pagano.
Di seguito, alcuni interessanti dettagli sui contenzionsi tra banche e Stato.   

Condanna per evasione fiscale di alcune grandi banche italiane che dovranno sborsare al fisco complessivamente circa 800 milioni di euro più gli interessi maturati. Nella lista degli evasori ci sono Montepaschi, Unicredit, Bpm, Credem e dulcis in fundo Intesa Sanpaolo che ha versato al fisco ben 270 milioni evasi, secondo l’Agenzia delle Entrate, dal colosso bancario guidato fino a qualche settimana fa dall’attuale ministro Corrado Passera.  
Sul banco degli imputati per evasione fiscale è salito infatti l’intero sistema bancario italiano reo di aver evaso il fisco negli anni 2005-2007. Se questa non è una notizia da prima pagina stento a capire quali siano le notizie degne di questo nome. E il fatto che le banche chiamate in causa dall’Agenzia delle Entrate abbiano scucito i quattrini dovuti significa che il Fisco era dalla parte della ragione. Ma c’è qualcosa di più.  
C’è un’aggravante, purtroppo, che riguarda Intesa Sanpaolo, perchè l’Istituto di credito guidato fino a poche settimane fa da Corrado Passera ha fornito al governo non soltanto il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture ma anche una serie di personaggi che ruotavano attorno alla Banca, dal ministro Elsa Fornero al sottosegretario Mario Ciaccia. In un momento in cui il governo guidato da Mario Monti chiede al paese sacrifici e in particolare decide un ulteriore pesante aumento della pressione fiscale è a dir poco fastidioso venire a sapere che durante la gestione di Corrado Passera Banca Intesa evadeva le tasse per una cifra considerevole. Minimo il ministro Corrado Passera dovrebbe chiedere scusa agli italiani. A questo c’è da aggiungere che Intesa Sanpaolo è azionista del Corriere della Sera.
Le stime a fine ottobre erano di un totale di due miliardi. A tanto ammonta il contenzioso fra banche e Fisco, ma la cifra potrebbe salire ulteriormente. Si tratta delle contestazioni dell’Agenzia delle Entrate alla gran parte del sistema bancario italiano per “abuso di diritto”. Diverse le transazioni già avvenute, ora sarebbe la volta di Intesa Sanpaolo. Dal bilancio 2010 emergeva che il contenzioso dell’istituto con il Fisco ammonta a 1,65 miliardi, cui si sommano 119 milioni come evidenziano nella relazione al 30 settembre 2011. Alla transazione con il Fisco sta lavorando la banca, ma non è dato sapere quali sono gli importi oggetti delle trattative con l’Agenzie dell’Entrate.

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