lunedì 11 giugno 2012

Chiude il ristorante della Camera, tutti al self service (ma con le ostriche)


Tutti in fila al self service Montecitorio per 12 euro e con il piatto in mano. E addio ai pasti serviti in guanti bianchi nel ristorante della Camera, quel luogo mitico della politica apparecchiata a tavola da cui ci si alzava con la pancia piena e talvolta anche con un accordo tra partiti sullo stomaco. Insomma i deputati passano al vassoio e alle tovagliette di carta, come normali travet in una mensa aziendale e tra pochi mesi saranno costretti a rinunciare alla comodità dei camerieri che li coccolano. «Ancora un goccio di vino, onorevole? Questo lo offre la casa» (o meglio: la casta), si sentiva dire. 
Ma adesso, non più.
Il self-service al posto del ristorante è una dura rinuncia che comincerà dalla prossima legislatura, ma serve subito - prima che un grillo spunti magari dal piatto di spaghetti all’astice e mandi di traverso il pasto - per non nutrire più e per non ingrassare ulteriormente il corpaccione dell’anti-politica. Che sulla retorica dell’onorevole magna-magna e dei forchettoni a sbafo del contribuente, come si sa, ha basato la propria fortuna. La mensa a 12 euro funzionerà così: leader e peones possono scegliere tra tre primi piatti, tre secondi piatti più contorno e frutta, e la cifra quella sarà.
«La vera novità è che il conto verrà interamente pagato di tasca propria dal deputato», spiega il questore della Camera, Antonio Mazzocchi, il quale ha proposto questo nuovo sistema votato all’unanimità. Finisce così - ma attenti alle retromarce dell’ultimo istante, a cui la casta ci ha abituato - quel sistema per cui un onorevole pagava nel ristorante del Palazzo un bel pasto diciotto o venti euro e poi i restanti 35 o 40 ce li metteva l’amministrazione di Montecitorio, cioè i cittadini. 
Finora, i lavoratori e gli impiegati di Montecitorio mangiavano in una mensa separata e spartana sottoterra, mentre gli eletti del popolo pasteggiavano comodamente al ristorante. Ora si passa alla mensa interclassista, quella del tutti insieme. 
Stessi tavoli, medesimi menù, file comuni, per addentare un pezzo di carne. «Ma se qualcuno vuole fare lo splendido», specifica il pidiellino Mazzocchi, «non gli è proibito. Ogni giorno sarà disponibile un piatto deluxe, come le ostriche con lo champagne, e chi lo desidera se lo potrà pagare a prezzi normali». Chissà però chi avrà il coraggio di farsi vedere nell’angolo degli spendaccioni o dei golosoni, nella zona (magari protetta) di quelli che trascinati dal palato se ne infischiano della crisi e dell’odio anti-casta.

1 commento:

fracatz ha detto...

se avessero delle mamme o delle mogli premurose, il pasto se lo porterebbero da casa, che almeno sai cosa mangi.
Adesso ci saranno camerieri licenziati e si dovrà aumentare lo stipendio agli inservienti delle camere per far sì che possano spendere 12 euri e mangiare al tavolo dei nostri caporioni

Il partito degli under 70.0000