giovedì 7 giugno 2012

Facebook lancia referendum: 900 milioni di iscritti al voto sulla privacy. Vota anche tu!


Più che un sondaggio, è un referendum. Facebook, il social network più frequentato del mondo (oltre 900 milioni di iscritti), vuole sapere se può spingersi oltre, nella raccolta e condivisione dei dati personali.

Cosa spinge la creatura di Mark Zuckerberg a lanciarsi in questa sfida dal risultato incerto? Il senso di responsabilità, certo. Il gusto del futuro, ovvio. Ma anche la paura. La paura di sentirsi dire: ehi, stai vendendo ciò che non possiedi!
Andiamo con ordine. Facebook, prima di continuare a scavare nella nostra privacy in cerca delle preziose informazioni care ai pubblicitari, ha deciso d'interpellare gli iscritti, che di quelle informazioni sono i titolari.
Le novità riguardano nuove sezioni, diverse impostazioni delle pagine e strumenti per gli amministratori.
Si parla della possibilità di utilizzare le informazioni anche al di fuori della piattaforma.
Si discute (di nuovo) della «Timeline», per decidere se mantenere il nuovo aspetto del social network o tornare alla vecchia formula. Si discute, in sostanza, della Data Use Policy (per dirla in milanese moderno, tuttora in uso anche qui negli Stati Uniti).

Sarà necessario un quorum: se nella Facebook Election Week (come l'ha definita Mashable.com) voterà più del 30% degli iscritti attivi (quei 900 milioni che equivarrebbero al terzo Paese del mondo, dopo Cina e India), il risultato sarà vincolante; se voterà meno del 30%, l'opinione verrà considerata consultiva. In pratica dovranno esprimersi 270 milioni di persone - come la popolazione degli Stati Uniti, dove però molti non votano (nelle elezioni vere, e in novembre ne avremo un'altra prova).

Perché Facebook corre questo rischio? Perché la società è a un bivio: sono i mercati a segnalarglielo. Dopo l'enfatica quotazione in borsa, infatti, il titolo ha cominciato a scivolare inesorabilmente. Un po' di faciloneria dell'advisor Morgan Stanley, che ha scelto un prezzo di collocazione troppo alto? Fb non è più «cool», come sostiene qualcuno? Il social network non è adatto quanto Twitter a essere utilizzato sui nuovi dispositivi mobili, iPhone in testa?

Anche questo, forse. Ma il motivo principale l'ha riassunto magistralmente Christopher Caldwell del Weekly Standard in un op-ed sul Financial Times , sabato. I regolatori potrebbero decidere: Facebook sta vendendo qualcosa che non gli appartiene. I mercati lo hanno capito. E il social network di Zuckerberg non può ignorare né gli utenti né i mercati.

Si vota per una settimana sull'indirizzo http://on.fb.me/JXVN6J. Un grande esperimento di democrazia: non c'è dubbio che i nostri nipoti - quando tutta la popolazione sarà online - voteranno così ogni volta, per scegliere qualsiasi cosa (dal sindaco al parlamento). Quella di Facebook, per quanto vasta e lungimirante, è solo una consultazione interna. Ma un consiglio di voto si può dare.
Votate no.

La privacy non si vende. Figuriamoci se si regala.

Beppe Severgnini

p.s.= OGNI PROFILO HA IL DIRITTO DI ESPRIMERE UN SOLO VOTO. DEVI SCEGLIERE SE ACCETTARE IL DOCUMENTO ESISTENTE (SIGNIFICA QUINDI CHE NON ACCETTI LE NUOVE NORME CHE FACEBOOK SI PROPONE DI ADOTTARE) OPPURE SEI D'ACCORDO CON LA PROPOSTA DI NUOVE NORME (QUELLE STILATE IL 20 APRILE 2012) CHE PERMETTERANNO A FACEBOOK DI VENDERE E UTILIZZARE I TUOI DATI A SUO PIACIMENTO. 

1 commento:

fracatz ha detto...

non capisco dov'è il problema
se un libero cittadino appartenente a qualsiasi classe sociale decide di dare i suoi dati ad un ente che glieli richiede senza essere costretto, ma perchè affascinato dallo strumento messo a disposizione o quant'altro è un po' come il cittadino che si fa abbindolare dai furbi caporioni che lo affascinano con le cazzate che sparano o perchè vorrebbe vivere come loro e cioè superare il tetto dei 70.000 euri annui.
Mica vorremo intentare per questo un processo per circonvenzione di incapace, piuttosto ci limiteremo a spiegare al cittadino che prima deve capire bene in quale fascia sociale si trova e non pretendere che quelli che lo governano in maniera assai scaltra poi dovrebbero pensare al suo benessere ed a favorire la sua entrata nel loro club degli over 70.000
Il partito degli under 70.0000