martedì 21 agosto 2012

In vacanza con scorta e auto blu: l'indovinachi dei politici furbetti


Nomi e cognomi, il segretario generale aggiunto del Sappe, il primo sindacato della Polizia penitenziaria, non ne fa. Ma è evidente a chi si riferisca quando descrive i tre politici - di centrosinistra e centrodestra - visti aggirarsi in Liguria ancora con la scorta nonostante l’addio alle cariche istituzionali. Un «sindaco di una grande città del nord che più di undici anni fa è stato ministro della Giustizia»; «una senatrice del Pdl, già sottosegretaria alla Giustizia, che ricordiamo solo per le sue bizzarre dichiarazioni a favore di improbabili stanze del sesso nelle carceri»; «un altro ex sottosegretario alla Giustizia» che giorni fa è andato con «mezzo e uomini della Polizia penitenziaria alla festa regionale del suo partito a Chiavari». Identikit che collimano con i profili di Piero Fassino, sindaco di Torino e Guardasigilli nel 2000-2001, Elisabetta Alberti Casellati, a Via Arenula in questa legislatura fino alla caduta del governo Berlusconi, e Giacomo Caliendo, l’altro vice dell’ex ministro Angelino Alfano.
I tre, secondo Martinelli, sono «l’ennesima dimostrazione della doppia morale» di chi da una parte «sostiene le politiche della revisione della spesa e impone sacrifici ai cittadini, dall’altra si guarda bene dal rinunciare all’autoblu, ai poliziotti di scorta, al farsi pagare dallo Stato benzina e autostrada per i propri impegni politici e di partito». 
Fassino, attacca l’esponente del Sappe, nonostante non sia più ministro della Giustizia da oltre un decennio, «continua a girare con scorta e macchine della Polizia penitenziaria, con cui è stato visto a fine luglio in giro a Genova». E poco importa se adesso è sindaco di Torino. «Perché deve essere scortato dai miei colleghi? Non poteva essere “accompagnato” dalla Polizia municipale?», si chiede Martinelli. Quanto a Casellati, «è stata vista nel Ponente ligure con scorta e macchine della Polizia penitenziaria anche per un impegno del tutto personale: assistere al concerto dell’orchestra sinfonica diretta dal figlio». Invece Caliendo «spesso è in Liguria per ragioni private, sempre con auto e agente di scorta».
Libero ha cercato gli interessati per chiedere una replica alle accuse del Sappe. Se Fassino e il suo portavoce hanno scelto la strada del silenzio, Caliendo e Casellati non si sono sottratti al confronto. «La tutela per me e per la collega Casellati è prevista dalla normativa vigente», ricorda il senatore pidiellino: «La scorta, nonostante la cessazione dell’incarico governativo, è prorogata per alcuni mesi. In ogni caso, mi è stato comunicato che la protezione cesserà in autunno». «Accuse infondate», concorda la senatrice, «la mia tutela è a tempo e oltretutto non vi posso neppure rinunciare. E comunque quando la scorta mi viene a prendere, cerco di usarla per lo stretto necessario. Tra l’altro di recente, a Padova, sono stata oggetto di un atto intimidatorio. È sgradevole, dopo tre anni e mezzo di lavoro dedicato in gran parte proprio alle carceri, essere ricordata in questo modo».


Tommaso Montesano


2 commenti:

Anton ha detto...

...Atto intimidatorio? e quindi scorta? Anche io con miei colleghi delle agenzie fiscali ( che recuperiamo i soldi per MANTENERVI) riceviamo intimidazioni e minacce..soprattutto in zone a rischio delinquenza...A NOI LA SCORTA NO EH?

fracatz ha detto...

il problema è che il bobbolo non è erudito e per questo occorre il passaparola sul fatto che un 10% di paraculi si continua ad inculare un 90% di onesti lavoratori
Il partito degli under 70.000