mercoledì 20 marzo 2013

Taglio indennità parlamentare? Una legge di 2 righe. Norme nuove, non proclami! siete pagati per quello!

Dopo i grillini, seguono a ruota i presidenti del Senato e della Camera che annunciano l'autoriduzione del proprio stipendio.
E' iniziata  insomma la corsa al taglio degli stipendi parlamentari, ma piuttosto che proclami di buone intenzioni, essendo che i signori che percepiscono tale grosso e grasso stipendio sono pagati per presiedere i lavori della Camera che dovrebbe produrre innanzitutto le leggi dello Stato Italiano, non potrebbero depositare un piccolo e stringato disegno di legge, votarlo e approvarlo?
Nel clima politico attuale, nessuno potrebbe osare di venire allo scoperto e votare contro, a costo di crollare ulteriormente in termini di consenso elettorale, per cui bando alle chiacchiere e passiamo alle cose concrete.

Il disegno di legge è molto semplice e banale, ve lo scrivo io:

"PROPOSTA DI LEGGE
ART. 1.
1. Al secondo comma dell’articolo 1
della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, le
parole: « non superino il dodicesimo » sono
sostituite dalle seguenti: « non superino il
ventiquattresimo ».
2. Il comma 52 dell’articolo 1 della
legge 23 dicembre 2005, n. 266, e` abrogato.


[L'avevo scritta quando lavoravo come collaboratore dell'Ufficio Legislativo di un gruppo parlamentare, ma il provvedimento non venne mai calendarizzato e liquidato in pochissime battute dall'allora presidente di commissione Affari Costituzionali Luciano Violante: http://www.camera.it/_dati/leg15/lavori/stampati/pdf/15PDL0021030.pdf]

2 commenti:

Sari ha detto...

Tagli agli stipendi, sì, ma soprattutto basta benefit. E basta vitalizi.
Tante grazie per queste informazioni chiare, dove non è possibile equivocare.

Mattia Poletti (Rebel Ekonomist) ha detto...

Riportare la busta paga dei parlamentari al giust rapporto con quelle dei cittadini italiani.

Da questo grafico si vede benissimo la differenza fra noi e il resto dei paesi civili.