martedì 6 dicembre 2011

La compravendita dei voti. Per i casalesi "centrodestra" o "centrosinistra" è la stessa cosa

Qualunque schieramento si fosse imposto alle elezioni amministrative del 2007, per il clan dei casalesi non sarebbe cambiato nulla: i vincitori avrebbero comunque obbedito agli ordini dei boss. Lo racconta il collaboratore di giustizia Luigi Grassia, le cui dichiarazioni sono contenute nell'ordinanza di custodia cautelare emessa oggi nei confronti dei : «Si trattava delle elezioni del 2007 a sindaco di Casal di Principe e la lista concorrente di Ferraro Sebastiano - che si presentava con il partito di Mastella - era quella di Cristiano Cipriano che invece stava con Forza Italia. Voglio dirle una cosa, in tutta sincerità, che per noi del clan o vinceva Cipriano come poi ha vinto o vinceva Ferraro era sempre la stessa cosa, nel senso che chi comandava eravamo sempre noi e i politici di qualsiasi bandiera seguivano le nostre richieste, nel senso che eseguivano i nostri ordini specie in materia di appalti».
Anche nelle successive elezioni, la situazione era la medesima: racconta il collaboratore di giustizia Salvatore Caterino, le cui dichiarazioni sono contenute nel provvedimento del gip Egle Pilla. «Corvino faceva ampio utilizzo della compravendita dei voti. Ciò mi risultava non solo perchè a Casale centinaia di persone lo andavano dicendo in giro, ma anche perchè un suo concorrente alle ultime elezioni provinciali, Ferraro Sebastiano che io ben conosco, proprio nel corso della campagna elettorale, mi disse che siccome lui sapeva per certo che Corvino Antonio offriva cento euro per ciascun voto, era disponibile ad offrirne lui stesso 150 a chi avesse votato lui. Ferraro, quindi, mi chiese di spargere questa voce fra gli elettori di Casale e che quindi lui offriva più soldi di Corvino a chi lo votava». 
«Preciso anche che Corvino Antonio non solo offriva soldi per ottenere il voto, ma anche altro genere di contropartita. Egli in particolare, non so come, riusciva a rubare dei blocchetti di buoni pasto dalle mense comunali, penso scolastiche e le consegnava a chi gli prometteva il voto. Come io stesso ho potuto verificare con i miei occhi vedendo molti miei amici e questi blocchetti. Inoltre offriva posti di lavoro. In particolare, offriva posto di lavoro adatte a persone di sesso femminile alle mense scolastiche. In pratica era necessario che le donne preparassero i tavoli dove dovevano mangiare i bambini e dispensassero il cibo tra gli alunni».

1 commento:

Mr. Tambourine ha detto...

Perché, per tutto il resto degli Italiani centro-destra e centro-sinistra fanno qualche differenza?

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