mercoledì 21 dicembre 2011

La lega Nord vota a favore del triplo incarico del senatore-truffatore-sindaco di Afragola (Napoli)

La tripla poltrona di sindaco, truffatore e senatore di Vincenzo Nespoli è salva. La giunta per l'elezioni del Senato, malgrado la sentenza della Corte Costituzionale, malgrado il deliberato dell'altro ramo del parlamento, ha deciso di non accettare l'incompatibilità del doppio incarico di sindaco e senatore.
Oltre ai voti del suo partito - il PDL - arriva il soccorso determinante della Lega Nord.  Il triplo incarico è salvo.
Nespoli potrà continuare a fare  il sindaco, il senatore e il truffatore.
Il truffatore? Si avete capito bene. Di mestiere Nespoli truffa le persone. E' una attività particolarmente diffusa tra la casta, ma il Nespoli è un maestro da questo punto di vista del ceto politico parassitario.
Nespoli necessita del triplo incarico: se non è sindaco non può fare il truffatore, se non è al tempo stesso senatore rischierebbe la galera da un momento all'altro.
Per comprendere questa mente raffinata fino a dove si è riuscita a spingere, riportiamo alcuni stralci del mandato di cattura trasmesso al Senato, puntualmente rigettato dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere grazie ai voti ancora una volta di Pdl e Lega Nord.



procedimento n. 49058/07 R.G.N.R. - 16698/08 R.G. GIP;
articolo 110 del codice penale, perché si faceva prima promettere e poi consegnare da più persone la somma di euro trentamila per ciascuno e la promessa del voto elettorale per le elezioni, in corrispettivo della promessa di assunzione quale guardia giurata presso la società di vigilanza «la Gazzella», assunzione poi effettivamente conseguita dalle persone finora identificate, fatti accertati nel 2009 in Afragola e Napoli;
articolo 61 n. 2 del codice penale, perché, dopo aver commesso i reati di cui al precedente punto ed in particolare aver ricevuto le somme ivi descritte quale corrispettivo delle promesse di assunzione, quale proprietario di fatto, amministratore occulto, della società «la Gazzella», dichiarata fallita con sentenza del tribunale di Napoli in data 23 maggio 2007 con un passivo di 25 milioni di euro, in concorso con i formali amministratori pro tempore della stessa, al fine di dare corso alla promessa di assunzione descritta, in deliberata violazione delle regole sulle assunzioni, poneva in essere più operazioni dolose tra le quali l'assunzione di trenta nuovi dipendenti del tutto inutili e comunque esorbitanti rispetto alle esigenze della società fallita che già versava in stato di decozione e i cui relativi costi ammontanti ad 360.000 euro circa per anno gravanti sul bilancio della società determinavano il dissesto della stessa;
articolo 216 del codice penale, perché, quale proprietario di fatto, amministratore occulto, beneficiano economico e comunque dominus della società «la Gazzella» dichiarata fallita, in concorso con gli amministratori pro tempore, ponendo in essere ripetute condotte volte ad appropriarsi del denaro proveniente dagli attivi della società sia mediante prelievi in contanti, sia incassando direttamente i corrispettivi ricevuti dai clienti;
 a) si appropriava:
 delle somme dovute all'erario per le imposte, all'INPS e all'INAIL per oneri contributivi e assicurativi, ai dipendenti quali TFR;
 delle somme da destinare in tutto o in parte al venditore per il pagamento delle quote di proprietà della stessa società;
 delle somme destinate ad alimentare il cantiere edilizio della SEAN Immobiliare;
 b) nonché sottraeva, distruggeva e falsificava in tutto o in parte, con lo scopo di recare a sé ed altri un ingiusto profitto e comunque di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili o li teneva comunque in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari e segnatamente:
 falsificava le quietanze bancarie su circa 30 modelli F24 per complessivi 867.637,40 euro;
 falsificava l'attestazione di deposito delle domande di dilazione del pagamento del debito per omessi contributi della Gazzella verso l'INPS in particolare utilizzando, per provare l'avvenuto deposito, un timbro INPS non più in uso dal 2001 perché oggetto di furto;
 distruggeva e comunque occultava, in ulteriore e separato concorso il presidente del consiglio d'amministrazione e giuridicamente obbligato ai rapporti con la prefettura, il cosiddetto registro degli affari, previsto come obbligatorio dall'articolo 135 regio decreto 18 giugno 1931 per l'annotazione degli affari giornalieri e quindi indispensabile per la precisa e completa ricostruzione del movimento degli affari;
 simulava, indicando per importi ridotti nelle fatture emesse, il prezzo di vendita, di alcuni beni mobili di proprietà della fallita società, per i quali il maggior prezzo nella realtà effettivamente pagato dagli acquirenti veniva trattenuto dai venditori;
articolo 219 primo e secondo comma n. 1, 223 LF perché quale proprietario ed amministratore di fatto, beneficiario economico e dominus della società la Gazzella, quale amministratore di fatto delle società ISS International Security service e Mondial Security srl facenti capo ad una famiglia il cui nome è in omissis, in concorso tra loro e con l'amministratore unico della Gazzella e del presidente del consiglio di amministrazione, distraevano le attività costituite dall'avviamento e dalle commesse di lavoro relative a numerosi clienti quali Unieuro Porte di Napoli, banca popolare di Ancona, banca popolare di Bari, Condotte Acqua spa ed altri, e per l'ammontare  di 960.000 euro, parziale finora accertato, in particolare effettuando la cessione delle stesse in epoca precedente o prossime alla sentenza dichiarativa di fallimento, ad altre società operanti nel ramo quali la ISS International Security Service e la Mondial Security srl facenti capo alla famiglia in omissis, senza alcun corrispettivo per la società fallita;
in ordine al delitto p. e p. dagli articoli 110, 81 cpv, 648-bis, codice penale perché in concorso tra loro e con altre persone, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso e fuori dai casi di concorso nei reati presupposto, anche avvalendosi, il senatore   Nespoli  , quale primo richiedente e beneficiario economico, e l'organizzatore del complesso delle operazioni necessarie allo scopo ed esecutore dei singoli movimenti economici sia in prima persona che attraverso terze persone, sostituivano e trasferivano danaro per l'ammontare complessivo di oltre trecentomila euro, proveniente da delitti in corso di accertamento e in particolare, richiedendo in prima persona o facendo richiedere a più persone alle quali separatamente forniva la provvista di danaro contante, l'emissione di assegni circolari a beneficio di altri nominativi, assegni che venivano poi girati con la sottoscrizione apparente apposta dai rispettivi beneficiari e versati su i conti correnti bancari della SEAN Immobiliare, società facente capo a   Nespoli  , conti correnti in essere presso le agenzie della Banca Popolare di Ancona, filiale di Casalnuovo e Unicredit filiale del Centro Direzionale di Napoli, compivano rispetto alle predette somme di danaro più operazioni in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa.

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