Dai cammelli di Gheddafi ai mitra d'oro: storia dei regali sfarzosi a palazzo Chigi e ai ministeri

Un fucile winchester istoriato di diamanti e zaffiri donato Prodi dal re saudita, una pistola d'oro massiccio ad Arturo Parisi ministro della Difesa, due Cammelli regalati a Berlusconi dal colonnello Gheddafi (prima che i rapporti andassero in malora evidentemente...)...
Sono solo alcuni dei regali più pittoreschi e sfarzosi piovuti sui titolari di Palazzo Chigi e di vari ministeri negli anni. Ma regalie e doni, per cortesia o molto più spesso per ingraziarsi il potente sono la normalità.
Solo il presidente Cossiga faceva restituire qualunque regalo con due carabinieri che avevano l'obbligo di tornare con la ricevuta della restituzione.
Tavolini, cornici, vasi, preziosi... perciò l'imput di Monti di mandare indietro i regali più costosi ha mandato nel panico i ministeri. Come si distingue un regalo da restituire da uno che si può tenere?
"Possono istituire un autorithy per valutare i regali alla pubblica amministrazione" ironizza Crosetto ex sottosegretario alla Difesa.
Prodi (dicono) mise quasi tutto all'asta per donare il ricavato all'associazione antimafia Libera. Al tempo di Berlusconi però i regali più singolari: oltre a quelli su nominati, un mitra d'oro di un emiro o la più pudica corona per rosario da parte del Papa per girarla alla mamma.
Ma era proprio Berlusconi a mettersi in evidenza con regali sfarzosi che spesso mettevano in imbarazzo gli ospiti: come gli orologi regalati alla coppia Blair, rivenduti però appena tornati in patria.
Di due regali grandiosi in particolare, la scimitarra donata dal presidente kazako e un vaso Ming offerto da una delegazione cinese, pare non sia rimasta traccia nei depositi di palazzo Chigi. Berlusconi li avrebbe portati via con sè