venerdì 17 febbraio 2012

Il Vaticano rischia di finire nella black list come "paradiso fiscale"

Lo ammette il capo dell'autorità antiriciclaggio del Vaticano (AIF) Attilio Nicora "ora rischiamo seriamente di finire nella black list". E comincia forse  a sentirsi solo un parafulmine...
Con l'istituzione dell'AIF a fine 2010 il cardinale Bertone pensava forse di aver risolto i problemi per un passaggio davvero importante: tra luglio e dicembre 2012 si deciderà se il Vaticano può considerarsi uno Stato virtuoso per le normative anti-corruzione o va inserito nella black list...
Ma il 25 gennaio il Vaticano approva una nuova normativa che cambia del tutto le carte in tavola rispetto al passaggio precedente: i poteri dell'AIF, concordati anche con gli ispettori del gruppo Moneyval del Consiglio d'Europa, vengono potentemente ridimensionati!
In pratica viene meno la possibilità per l'AIF di fare "ispezioni" autonome in merito al riciclaggio di denaro nello IOR (Istitto Opere Religiose, la banca del Vaticano). Questa facoltà dovrà essere regolamentata dalla Commissione Pontificia con regolamenti ancora da scrivere. Inoltre l'AIF viene rimessa di fatto sotto il controllo della segreteria Vaticana. Infine l'inadempimento degli obblighi eventualmente imposti dall'AIF sarà punito in modo molto blando...
Insomma il Vaticano rischia di tornare all'antico, come ai tempi tristemente famosi di Calvi, o come quando si scoprì che una parte consistente della tangente Enimont, la "madre di tutte le tangenti", era passata proprio dalle casse dello IOR...

1 commento:

scidox84 ha detto...

Dovrebbero applicare leggi molto più severe per l'evasione fiscale e per chi esperta illegalmente capitale nei paradisi fiscali bisognerebbe fare delle proposte concrete come quella fatta in quest'articolo .