lunedì 20 febbraio 2012

"In Questura con Ruby, la nipote di Mubarak" arriva la testimonianza di uno degli agenti


Al processo di Milano per il Rubygate e le indebite ingerenze della Presidenza del Consiglio nel rilascio della minorenne coinvolta nei "Bunga Bunga" di Silvio B., arriva finalmente la testimonianza di uno degli agenti presenti quella sera, Marco Landolfi...


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L'allora minorenne marocchina Karima El Mahroug detta Ruby Rubacuori, fermata per furto nel maggio 2010 a Milano, doveva uscire il più presto possibile dalla questura.
Il capo di gabinetto Pietro Ostuni, nella testimonianza dell'agente Marco Landolfi (uno dei poliziotti che tra il 27 e il 28 maggio si occuparno della giovane) al processo Rubygate in cui è imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile «chiedeva di accelerare le pratiche per il rilascio» della ragazza.
Ha raccontato che quando già si trovava negli uffici di via Fatebenefratelli per le pratica di fotosegnalazione della minorenne, il commissario capo Giorgia Iafrate lo chiamò per dirgli che la ragazza non doveva «essere fotosegnalata» ma «lasciata andare». 

LA TELEFONATA DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO. E questo perché aveva ricevuto una telefonata di Pietro Ostuni che a sua volta era stato contattato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri che indicava la ragazza come la nipote dell'allora presidente egiziano Mubarak. «Quella sera», ha proseguito Landolfi «prima di avvisare il pm minorile Annamaria Fiorillo che in precedenza aveva disposto che Ruby dovesse essere fotosegnalata e collocata in una comunità o altrimenti trattenuta in questura», la dottoressa Iafrate «riceveva in continuazione telefonate da Ostuni che chiedeva di accelerare le pratiche del rilascio poiché alla Presidenza del Consiglio aveva già detto che era stata rilasciata». Invece «la giovane era ancora negli uffici per gli accertamenti». Iafrate «era molto agitata», ha precisato Landolfi. «Andava avanti e indietro, si alzava per andare verso la ragazza... Il questore non fu avvisato di quanto stava accadendo».

La minorenne venne affidata a Nicole Minetti

Landolfi ha anche confermato che Ruby la notte in cui venne trattenuta in questura venne affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti (il processo a suo carico è rimasto a Milano) prima che si fosse recuperata, come aveva disposto il pm minorile Annamaria Fiorillo peraltro contraria al rilascio della giovane, una copia dei suoi documenti di identità.
Il poliziotto ha raccontato, prima che Ruby fosse consegnata a Nicole Minetti che si era qualificata come «consigliere ministeriale regionale presso la presidenza del consiglio dei ministri», di aver ricevuto disposizioni dal commissario capo Giorgia Iafrate, la quale a sua volta aveva contatto il pm minorile Fiorillo, di affidare la giovane «previo il recupero dei documenti di identità». 

QUEL VERBALE CHE NON DOVEVA ESSERE STILATO. Ma invece, come è risultato dalle carte e come è stato riaffermato in aula, il verbale di affidamento alla consigliera regionale, ora imputata in un altro processo, è stato stilato alle due di notte mentre i documenti di identità sono arrivati il giorno dopo.
E rispondendo alla domanda del pm Antonio Sangermano se non gli fosse venuto qualche dubbio sulla parentela della marocchina con l'ex presidente egiziano, Landolfi ha risposto: «Ho dato per certo che i superiori o la dottoressa Iafrate avessero accertato l'effettiva parentela con Mubarak». Landolfi peraltro ha affermato di aver anche lui parlato, prima di Giorgia Iafrate, con il pm minorile il quale «non era d'accordo»a rilasciare Ruby. E ha specificato che dopo la sua telefonata il magistrato è stato contattato dal commissario capo Iafrate. In seguito a quella chiamata sono arrivate «nuove disposizioni».

*fonte: Lettera43

5 commenti:

freeclimber ha detto...

aaaahhyaaaaahhhwwwwnnnn..scusate, ho sbadigliato...

Arcop ha detto...

ma poi anche se era la nipote di Mubarak poteva rubare????

angelitoangelo ha detto...

mah....la legge dovrebbe essere uguale per tutti.la presidenza del consiglio,ho il presidente del consiglio ,anziche'preoccuparsi del problema degli italiani,oppure del lavoro degli stessi,oppure che il paese italia sta andando,veramente a .......puttane,si preoccupano della marocchina, vi rendete conto!!!!!

gio vannello ha detto...

allora ruby di nome e di fatto...

Anonimo ha detto...

La moglie del berlusca disse "mio marito frequenta minorenni. Ha bisogno di essere curato".
E ormai superfluo commentare. Basta. Abbiate pietà per questo miseruomo che sarà ricordato alla sua (spero molto prossima) morte come quello del bunga bunga e del baciamano a gheddafi...per quale altra cosa se no ? Ah si forse per altro : amico di craxi.
Alle prossime amministrative ci sarà da divertirsi