Doveva partecipare a un convegno alla Facoltà di Scienze della Formazione dell'università di Roma Tre. Ma quando ha saputo che un gruppo di studenti e precari lo avrebbe contestato, il viceministro del Lavoro Michel Martone ha pensato bene di darsela a gambe. Eh sì, non se la sentiva, il neonominato della Casta, di confrontarsi con persone autentiche, che diversamente da lui non hanno avuto la strada spianata verso agio e ricchezza. Il viceministro, figlio di un potente avvocato generale in Cassazione, ultraraccomandato che a meno di 30 anni era già professore universitario e consulente di Sacconi e Brunetta, salì alla ribalta delle cronache per aver dato degli "sfigati" ai giovani che si laureavano dopo i 28 anni. Privilegiato per nascita, e ora inserito chissà come nella squadra di governo dei professori, il viceministro ha dimostrato di essere poco incline al confronto. Ma è facile immaginare che abbia dato forfait per una ragione molto semplice: non avrebbe saputo cosa rispondere. Gli studenti hanno comunque inscenato la protesta, leggendo un intervento che, tra l'altro, diceva: "Non siamo tutti Martone e non siamo tutti raccomandati, anzi spesso fatichiamo per riuscire a studiare e per pagare l'università, gli affitti, e vivere ogni giorno in una grande metropoli come Roma dobbiamo lavorare in nero e mal pagati". Cosa avrebbe mai potuto replicare, un "fighetto" come Michel Martone, a queste parole?
1 commento:
Avrebbe potuto replicare che non serve studiare, non serve arrangiare, non serve lavorare, ma solo leccare, leccare, leccare.
Che ti pigli tanta voglia di cagare, dopo il tuo leccare !
Posta un commento