sabato 17 marzo 2012

Indagine contro un sito che ha pubblicato rumors su politici gay


La Procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale, per il momento contro ignoti, sulla vicenda della lista di dieci politici indicati da un blog come presunti gay, da un lato, ed integerrimi difensori del rigore dei costumi, dall'altro. Illecito trattamento dei dati sensibili attinenti la sfera sessuale è il reato ipotizzato.
L'inchiesta è affidata al Procuratore aggiunto Nello Rossi, e al sostituto Eugenio Albamonte, entrambi del pool reati informatici - violazione della privacy. Gli inquirenti hanno incaricato la polizia postale di risalire ai responsabili della divulgazione dei dati anche se è già noto che l'immissione dei nominativi nel sito "listahouting" è avvenuta in California e ciò comporta una serie di problemi in quanto, per procedere, sono necessarie le rogatorie internazionali. Il fascicolo processuale è stato aperto d'ufficio, ma non è escluso che nei prossimi giorni possano arrivare sul tavolo dei magistrati denunce per diffamazione da parte dei politici chiamati in causa.
Secondo un sito straniero e anonimo, "Listaouting", almeno 10 tra i politici italiani più "omofobi" sono gay. La denuncia arriva con tanto di nomi e cognomi. Il Palazzo insorge. Le associazioni omosessuali anche. E c'è chi, come Mauro Cutrufo (Pdl), prima coglie l'occasione per attaccare internet definendolo "un'arma pericolosissima" e poi invoca l'intervento del ministro dell'Interno per fermare "il massacro mediatico". Molti dei diretti "interessati" reagiscono. Chi con ironia. Chi con indignazione. Ci sono "centinaia di donne in apprensione" per me, ribatte Mario Baccini (Misto-Pdl). A cominciare "da mia moglie". Meglio nella lista dei gay che in quella degli "interisti occulti", dice da buon juventino Massimo Corsaro (Pdl). Sono un "banale eterosessuale" taglia corto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. "Fantasie malate, tutte sciocchezze", reagisce più piccato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni.
Ma se gli altri politici 'tirati in ballo' scelgono il silenzio, quasi tutte le associazioni omosessuali contestano l'iniziativa. Secondo il presidente dell'Arcigay la 'lista di proscrizione' pubblicata sul sito è solo "un'operazione spregevole che ridicolizza" le battaglie contro la discriminazione di genere.

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