Il signor Cosimo Mele, da Carovigno (Bari) ha compiuto il 7 marzo scorso
55 anni di età. Il giorno seguente ha scritto al suo ex datore di
lavoro, la Regione Puglia, per vedersi riconosciuto anticipatamente -
secondo i criteri di legge - il piccolo assegno vitalizio che gli
spetta per contratto avendo egli svolto per lunghi cinque anni - dal
2000 al 2005 - l'incarico di consigliere regionale. La domanda è stata
immediatamente accolta e il signor Mele riceverà ogni mese per tutta la
sua sperabilmente lunga vita un assegno lordo di 3403 euro. Il
ministro, nell'ipotesi di voler approfondire il caso umano, potrebbe
chiedere all'onorevole Casini, che lo conosce un pochino meglio, la
biografia di Mele. E Casini - magari facendosi aiutare dal segretario
Cesa - certamente ricorderebbe che l'Udc lo accolse e lo candidò al
Parlamento non volendo fargli pagare un attimo di debolezza per un
piccolo malinteso con la magistratura che nel 1999 lo arrestò durante il
suo mandato di vicesindaco di Carovigno. Problemi di tangenti, poi appianati. Il partito del leader centrista nulla potè e fu
inflessibile quando l'onorevole Mele, molto attivo nella battaglia
contro le sostanze stupefacenti e psicotrope e determinato nel tenere
alti i valori della famiglia - di certo fondanti la comunità che si
ritrova ancora sotto l'antico simbolo scudocrociato - fu scosso dal
malore che condusse all'ospedale una di due signorine con le quali
Cosimo stava colloquiando in una seduta notturna all'hotel Flora di Roma
nel luglio del 2007. Il triangolo no, e nemmeno la droga! Con questa motivazione l'onorevole Lorenzo Cesa ritenne incompatibile la presenza nell'Udc del deputato tentato dal peccato. E la storia finì. Non senza però che lo stesso Cesa proponesse, e seriamente, un'"indennità contro le tentazioni" per i deputati con moglie a distanza. Un po' di cash in più per alleviare il trauma del distacco sessuale.
Ugualmente triste la vicenda che vede Sandro Frisullo, uno dei politici territoriali sui quali il Pd di Bersani faceva molto affidamento, esodato con un po' di grana in più (10071 euro lordi al mese) dal mondo politico. Bisogna dire che Frisullo era in carriera, ha sostato per ben quindici anni in Regione, ha due anni in più di Mele, quindi è un cinquantasettenne, e ha ogni diritto per vedersi riconosciuto - anche lui in anticipo rispetto alla soglia usuale della pensione - il cash dopo che ha brillantemente risolto il rapporto di stampo gramsciano con il partito. Due anni fa Frisullo fu arrestato per associazione a delinquere. I magistrati lo accusarono di essersi fatto corrompere da Gianpi Tarantini, di essere a suo libro paga (nel 2008 dodicimila euro mensili) e di aver accettato tra i benefit anche confronti ravvicinati con tre ragazze della scuderia, alcune conosciute anche a palazzo Grazioli.
Molto chiasso, molte polemiche, molti dispiaceri per Frisullo. Che ha risolto appunto in questo mese il suo rapporto con la politica. Bersani non gli deve più niente e lui a Bersani nemmeno.Starà a casa tutto il tempo a guardare le partite di calcio. Cinquemila euro netti al mese nessuno glieli toglierà mai. Che piova o ci sia il sole, con Monti o con Tremonti.Questa sì che è felicità!
(A. Caporale)
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