sabato 21 aprile 2012

Formigoni, i viaggi ai Caraibi e i 150.000 euro sospetti del faccendiere

Il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, conferma tutto e non spiega nulla. La sua amicizia con il faccendiere Daccò, i prelievi dalle carte di credito di quest'ultimo, le vacanze ai Caraibi a spese dell'imprenditore arrestato per il crac del san Raffaele. Tutto vero. E però, Formigoni non chiarisce gli strani movimenti bancari sui conti di Daccò.
I fari dei magistrati si posano su alcune operazioni. Ad esempio: tra l'11 e il 23 dicembre 2008, alla vigilia della "missione" ai Caraibi con scalo a Parigi, dalla banca Raiffeisen di Lugano  - come mostrano i documenti prodotti dal fiduciario svizzero di Daccò, Giancarlo Grenci  - si registrano quattro prelievi, per un totale di 74mila euro. A partire dai primi giorni di gennaio, altri prelievi: 20, 40, 50, 10, 20mila euro, per un totale di 150mila. A cosa servivano? Non si sa. I viaggi ad Antigua, alle Antille, sono stati pagati con le carte.
Anche perché il Governatore dice che le ricevute dei rimborsi delle spese anticipate da Daccò "le ha buttate via". Peraltro, non solo Daccò provvedeva con le carte gold: per sostenere le ferie caraibiche dei suoi amici, apriva il rubinetto  - così sospettano i pm - dei soldi cash. È ancora da dimostrare se e come Formigoni ha restituito i soldi anticipati, visto che sostiene di aver buttato via le ricevute: l'unica via restano gli accertamenti bancari.
Una sola cosa è sicura: il narcisista Formigoni è sempre più implicato in un losco affare di tangenti, compagno di strada di lobbysti senza scrupoli, "utilizzatore finale" di dubbi regali-vacanza. E per questo dovrebbe avere il coraggio e il buon senso di dimettersi.

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