lunedì 28 maggio 2012

Monti caccia via da Palazzo Chigi le statue erotiche volute da Berlusconi


Una vitaccia per i gusti culturali di Silvio Berlusconi. Saranno infatti restituite al museo di Diocleziano il Marte dalla virilità ritrovata e la sua Venere, la Verità dalla nudità perduta. L’Ercole con la cornucopia, la statuetta femminile velata. Tutte opere volute dal Cavaliere per abbellire Palazzo Chigi e, spiega il Corriere, rimandate al mittente da Mario Monti. E il brutto è che anche i restauri sono ora in discussione:
Frutto dell’innesto sul corpo di due dei dell’Olimpo delle teste di Marco Aurelio e di sua moglie Faustina. Infatti quella fallo-plastica sollevò obiezioni non solo per il costo sostenuto in tempi di crisi (70mila euro che includevano anche la ricostruzione della mano destra di Venere). Ma anche per lamisura del posticcio: un po’ esuberante rispetto alla media. E giù battute. «L’architetto di Berlusconi ha avuto il placet dei Peni Culturali» e «un restauro del…» furono tra le meno irriferibili.
Non erano state da meno le critiche piovute sul restyling della Verità svelata dal Tempo, dipinto del Tiepolo (1699-1770), che Berlusconi aveva voluto, riprodotto in murales, come sfondo delle conferenze stampa a palazzo Chigi:
La dea, dal seno nudo appunto come la Verità, aveva fatto bella mostra di sé in molti incontri con i giornalisti. Poi, improvvisamente, si ricoprì. Un altro ritocchino aveva fatto svanire quella nudità. Quel «capezzoluccio capitava nelle inquadrature dei tg e poteva turbare la sensibilità degli spettatori», spiegò il portavoce del governo, Paolo Bonaiuti.
Certo è che le polemiche piovute sul quel lifting genitale erano venute anche dal Museo delle Terme di Diocleziano. Adesso è finita.

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