“Io nel palazzo non ci entro”, Beppe Grillo
nell’intervista fiume a Marco Travaglio sul Fatto quotidiano lo ripete,
fiero del suo Movimento a 5 stelle “orizzontale” che non è un partito.
Non si candiderà e se arriveranno primi non vorrà fare il premier, tuona
il leader che ha fatto il boom alle elezioni comunali con il suo non
partito.
“Eh no eh, io mica mi candido”, dice. Alla precisazione di Travaglio che il
premier può benissimo non essere un parlamentare risponde secco: “Allora
ci vado solo per vedere la faccia che fa Napolitano quando gli dico:
‘Presidente, stavolta l’ha sentito il boom?’”.
“L’ho detto e lo ripeto, io nel palazzo non ci entro: non mi lascio
ingabbiare. Preferisco restare un battitore libero, un franco tiratore.
Ma troveremo persone competenti e oneste per fare il premier e i
ministri. Con i nostri candidati abbiamo già saltato due generazioni,
vista l’età media che hanno i partiti. Ma per le politiche vorrei
scendere ancora: l’ideale è sotto i 30 anni. Sopra, la gente ha già il
Dna corrotto dall’organizzazione-partito. E poi ci inventiamo un
meccanismo di democrazia partecipativa per far governare i cittadini”.
E ancora: “Fosse dipeso da me, ci saremmo fermati ai comuni e alle regioni,
il movimento è nato
dimensionato sulle realtà locali. Il Parlamento è
fatto su misura dei partiti. Ma ora come fai a deludere le aspettative
di tanta gente? Ci costringono a presentarci alle politiche”.
Sul programma dice: “Intanto ne abbiamo uno che non è niente male.
Poi, ovvio, per le politiche dovremo cambiarlo, rimpolparlo, ampliarlo,
dopo averlo discusso in rete. Cambieremo anche il blog, che ha i suoi
anni: 2-300 mila contatti unici al giorno e, per accessi ai vari social
network, mi dicono che siamo secondi solo a Obama. E siamo in Italia,
con un quarto della popolazione americana e la connessione a
singhiozzo”.
Poi Grillo parte con l’elogio del suo Movimento orizzontale
che sfida i partiti, pronto a farli crollare: “Non voglio sentir
parlare di strutture. Siamo un movimento orizzontale, se ti sviluppi in
verticale diventi un partito. Poi lo so anch’io che ci sono i dissidi,
le divisioni, un Meetup contro l’altro. I gruppi storici, i mitici, i
preistorici… come i New Trolls”.
Sulla scelta dei candidati dice: “Abbiamo otto mesi
per decidere. Su 200 mila iscritti al movimento esclusi ovviamente i
sindaci, i consiglieri comunali e regionali che non potranno correre
perché devono completare il loro mandato – troveremo i nomi giusti. Ma
li sceglieremo in rete, e così le procedure per sceglierli. Certo non mi
metto a selezionarli io”.
Ecco come funziona: “Il Meetup locale indica i candidati, mi manda i
documenti di residenza e la fedina penale e, se è tutto in regola, se
nessuno ha avuto più di un mandato elettivo con altri partiti, può usare
il simbolo di Cinquestelle sulla lista. Ora è chiaro che, per le
elezioni nazionali, dovremo cambiare. Ma il principio resta valido:
niente condannati, niente riciclati, competenza e professionalità,
scelta dal basso. Se qualche cialtrone si infiltra, la rete lo smaschera
subito. Parliamo di buonsenso e onestà, mica di chissà quale
rivoluzione”.
Ora però i politici han cominciato a parlar bene di te,
fa notare Travaglio. Grillo replica: ”E questo mi preoccupa molto. Ci
copiano. Dicono tutti: fuori i condannati dal Parlamento, massimo due
legislature, cambiare la legge elettorale: erano le tre leggi popolari
del primo V-Day, quando ci davano dei fascisti qualunquisti
anti-politici. Perché non le hanno discusse e approvate? Adesso è
tardi”.
Bersani dice che vuol dialogare. “Sì, dopo
aver detto che parlo come i mafiosi e che ho fatto l’accordo col Pdl a
Parma. Crede ancora che gli elettori siano proprietà privata dei
partiti”.
Su Vendola: “Beh, prima ha detto che io grugnisco: in che lingua dialoghiamo?”
Berlusconi ti sta studiando. Grillo
risponde: “Povero nano, si sta guardando tutti i miei discorsi. Ma te la
immagini la scena? ‘Via, basta, tutti fuori, niente più figa o Ghedini,
via tutti gli avvocati e le bagasce, voglio vedere solo Grilloooo!’. Fa
quasi pena. Prima, di me, non parlava mai. E io lo chiamavo psiconano e
testa d’asfalto. Poi mi sono stufato. Ma, appena ho smesso di parlare
di lui, lui ha cominciato a parlare di me. Pensa che il movimento vinca
per le mie battute. Ora magari andrà in giro a urlare in genovese ‘Belìn
è una cosa pazzescaaaa!’ (si autoimita, ndr). Vede solo la vetrina. È
proprio bollito”.
L'intervista integrale la puoi leggere qui.
L'intervista integrale la puoi leggere qui.
4 commenti:
Bravo, bene, bis... ma 8 mesi non sono tanti, al lavoro oltre alle parole!
(e non sono così convinto sullo scendere sotto i 30 anni... non è che sopra i 30 anni il difetto è pretendere di poter essere indipendenti?)
sotto i 30 anni è un gesto , un simbolo . m5s non vuole governare a tutti i costi , ma vuole a tutti i costi una classe di governo rinnovata completamente , anche nell'età . basta con le chiacchiere , il futuro , i giovani blabla . seil futuro è dei giovani , siano LORO a decidere . i vecchi con tutto rispetto hanno fatto il lor tempo , ora noi giovani li ascolteremo , se vorremo seguiremo i loro preziosi(?) consigli , ma DECIDEREMO NOI COSA FARE ! basta pensare preistorico . per me va benissimo mettere anche un tetto di 35-40 anni , sarebbe un simbolo magnifico per tutta l'italia , forse per tutta l'europa !!
io chiederi sia a Stella che a Rizzo la loro disponibilità, chi meglio di loro può conoscere l'animo del politicantes tajanus?
Il partito degli under 70.0000
Mi pare chiaro. I media smettano di capire solo quello che vogliono loro Intervista a Beppe Grillo
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