giovedì 12 luglio 2012

L'abuso del potere ispettivo dei deputati che vanno in galera a trovare i loro amici. 3 anni di carcere per l'on. Renato Farina

L'andazzo va avanti da molto tempo, anche troppo.
I parlamentari italiani ormai da diversi decenni continuano impunemente a violare l'art. 67 del Regolamento Penitenziario, cioè la legge 354/75, che istituisce e conferisce loro il potere ispettivo sulle condizioni delle strutture carcerarie in Italia.
L'art. 67 permette ai deputati in qualsiasi momento, di presentarsi in un istituto penitenziario e pretendere di entrare immediatamente per verificare le condizioni di vita dei reclusi.
Ebbene ogni qualvolta finisce in galera un politico o qualche VIP, inizia la processione dei colleghi parlamentari che, incuranti pure di fingere un qualche minimo interessamento alle condizioni del sistema carcerario, corrono al capezzale del detenuto "eccellente".
Casomai, inficiando completamente la stessa natura del potere ispettivo, preallarmano il giorno prima la direzione dell'istituto, specificando che non si ha alcuna intenzione di svolgere la benchè minima ispezione, ma semplicemente di incontrare il loro potente amico, caduto temporaneamente in disgrazia.
Il comandante, decine di agenti, il direttore stesso devono lasciar perdere il proprio lavoro e le proprie mansioni per accompagnare il deputato ed assistere imbarazzati all'incontro tra vecchi amici.
Già a questo punto è fin troppo palese l'abuso di potere che si concretizza.
Ma non finisce qui. Il deputato ha la possibilità di portare con sé anche due collaboratori, i quali hanno accesso alla struttura penitenziaria senza alcun altra autorizzazione se non la dichiarazione del deputato della presenza di un rapporto lavorativo continuativo degli stessi nell'espletamento delle sue funzioni parlamentari.
Su questo punto i magistrati di Milano hanno cercato di porre un freno e un argine attraverso la sentenza di condanna a 3 anni nei confronti del deputato del PDL Renato Farina, l'ex direttore di Libero catapultato in parlamento dopo lo scandalo e la condanna per i rapporti con i servizi segreti sul caso Abu Omar.
Renato Farina si era portato in cella per l'incontro con il detenuto Lele Mora non i suoi collaboratori, ma un aspirante tronista e amico dell'ex produttore televisivo, cioè  il ventenne Giuseppe Trotolo. Anche per lui due anni di reclusione. Nella speranza che un giorno non tocchi a Lele Mora fingersi collaboratore parlamentare per andarlo a trovare in carcere.

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