mercoledì 20 marzo 2013

Abiti firmati per 11 mila euro, ma la senatrice non paga: arriva la condanna

on. Paola Pelino (PDL)
Vestiti comprati nel 2009 in una nota boutique del centro di Pescara e mai pagati.
L’acquirente vip è la neo senatrice del Pdl Paola Pelino, imprenditrice del confetto, condannata il 28 novembre 2012 dal Tribunale di Pescara al pagamento della somma di 13.300 euro in favore della boutique “Le Gabrielli”. 
La Pelino si è detta «infastidita» per quanto emerso, ha spiegato di non aver saldato il conto perché avrebbe riscontrato delle «irregolarità fiscali» e di aver quindi fatto opposizione al decreto ingiuntivo. Rigetta le accuse di essere una cattiva pagatrice, ed è convinta che dietro a questa operazione «mediatica» ci sia qualcuno che vuole rovinare la sua immagine, proprio a pochi giorni dalla riconferma in Parlamento.
La vicenda avvenuta nel 2009 ha avuto strascichi proprio in piena campagna elettorale, quando il senatore Gaetano Quaglieriello ha inaugurato la sede elettorale, a pochi metri di distanza dalla boutique.
In quella occasione Pelino sostiene di essere stata aggredita verbalmente dalla titolare del negozio, che però oggi smentisce seccamente. Secondo il settimanale L’Espresso, proprio Quaglieriello si sarebbe offerto come garante ma la stessa senatrice di Sulmona nega: «non è vero, di questa storia non ne sa niente».
Adesso, dove diversi giorni di silenzio, anche la società Gabrielli Sas decide di fornire la propria versione dei fatti, con una nota affidata agli avvocati Fabio Abbruzzese e Paolo Cacciagrano.
I due ricordano che la senatrice è stata condannata dal Tribunale al pagamento di «11.136,00 per la sorte capitale, oltre compensi pari ad € 2.000,00, di cui € 200,00 per spese, ed interessi legali».
«Il Giudice di primo grado», spiegano gli avvocati, «ha, quindi, accertato che la senatrice ha acquistato capi 
d'abbigliamento nell'anno 2009 senza corrispondere il relativo prezzo. Le vendite alla senatrice Paola Pelino sono avvenute in ossequio alla disciplina tributaria a differenza di quanto affermato dalla stessa, la quale soltanto oggi parla di mancata emissione degli scontrini fiscali».
I due avvocati assicurano che fino ad oggi «nulla aveva mai eccepito a riguardo, nonostante i diversi 
solleciti che le erano stati avanzati tutti ampiamente documentabili». Nell'incontro tenutosi presso lo spazio elettorale del senatore Gaetano Quagliarello «nessuna rappresentante della società nostra cliente ha inveito contro la senatrice a differenza da quanto quest'ultima ha riferito alla stampa».
Il senatore Gaetano Quagliarello «non ha mai prestato garanzia all'adempimento del debito della senatrice Paola Pelino, né aveva alcun motivo per farlo. Il medesimo, recatosi presso la boutique della società nostra assistita nel periodo pre-elettorale, ha solo auspicato una composizione bonaria della vicenda».
Adesso la senatrice salderà il conto? La sentenza è immediatamente esecutiva.

10 commenti:

ilaria, ha detto...

se la condanna è esecutiva potrebbero disporre il sequestro dello stipendio?

giosu ha detto...

solo per l'indennita' fissa e non quella accessoria.

Luigi ha detto...

Mi par di capire che non sia stata pronunciata alcuna condanna, ma si tratti bensì di emissione di decreto ingiuntivo a suo carico. Ciò significa che il presunto creditore si è limitato a produrre una prova scritta del credito, o comunque un estratto autenticato delle proprie scritture contabili dalle quali risulti il credito. Non è stato accertato assolutamente nulla. La notizia non esiste.

Unknown ha detto...

La notizia non esisterà per lei....Una senatrice arrogante della repubblica compra a sbafo obbligando il creditore a produrre una prova scritta del credito per poter ottenere il dovuto.Mi pare che ce ne sia a sufficienza....smettiamola di difendere queste nullità.

lello69 ha detto...

a me sembra di capire che qualcuno non legge e poi commenta....sopra c'è scritto chiaramente che è stata condannata dal tribunale di pescara....o sbaglio!!!!!!!!

Lan-e-Moiraine ha detto...

Magari Luigi non legge perché ha un'uveite :-)

Unknown ha detto...

è una regola non pagare per il Palazzo al quale tutto è dovuto e chi non accetta il "pizzo" viene ricattato. Ci sono mille casi simili di parlamentari onnipotenti.
Comunque è stata condannata. Meno male uno su mille ce la fa a condannare:Buon lavoro e speriamo che tutti ce la facciano a condannare i reati dei potenti.

egidio barese di bari ha detto...

Cacasse i soldi, son passati alcuni anni,

Mauro ha detto...

Luigi, c'è chiaramente scritto che la "senatrice" ha fatto opposizione al provvedimento monitorio. Ne è conseguito quindi il giudizio di merito, all'esito del quale la suddetta "senatrice" è stata condannata al pagamento (all'adempimento, in soldoni).
La notizia esiste, è la tua preparazione in procedure civile che è scarsa.
BOCCIATO!
Ciao ciao :D

Mauro ha detto...

ah, la sentenza è la n. 1556 del 28 novembre 2012, pronunciata dal Trib. Pescara :)