martedì 19 marzo 2013

Ancora! Ecco la lista e il curriculum dei 40 deputati inquisiti e/o impresentabili


ABRIGNANI IGNAZIO - PDL

Vola a Montecitorio dalle Marche Ignazio Abrignani, avvocato e uomo-ovunque dell'ex ministro delle Attivita' produttive Claudio Scajola, che in quella veste lo aveva nominato commissario straordinario del gruppo Cit, all'epoca con l'acqua alla gola. Nel 2009 Abrignani e' tra gli indagati, su ordine della Procura milanese, per il crac del colosso turistico, col l'ipotesi di dissipazione post fallimentare.
RENATA POLVERINIRENATA POLVERINI
ALLI PAOLO - PDL
Spicca il volo per Montecitorio subito dietro Daniela Santanche' il braccio destro di Roberto Formigoni Paolo Alli, blindato dal Celeste in Lombardia 3 e con lui coinvolto fino al collo nelle indagini sulla sanita' che hanno mandato a casa l'ex governatore. Tanto fedele al capo da essere nominato sottosegretario regionale con delega all'Expo 2015. Gia' nel 2010 Alli veniva considerato un interlocutore privilegiato - a loro dire - per uomini della P3 come Pasqualino Lombardi e Arcangelo Martino.
ANGELUCCI ANTONIO - PDL
Tranquilli: in parlamento tornera' anche il big della sanita' privata Tonino Angelucci detto Antonio, nel 2009 indagato per truffa ai danni della Regione Lazio con richiesta di autorizzazione a procedere, mentre il figlio Giampaolo finiva ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta che vedeva al centro il colosso di famiglia Tosinvest, legato a doppio filo con gli affari da miliardi del San Raffaele e di don Luigi Verze' buonanima. Due anni dopo scoppia il bubbone dei finanziamenti statali all'editoria per gli Angelucci, che secondo gli inquirenti li avrebbero percepiti, in violazione della legge, per due quotidiani: Libero e il Riformista, contemporaneamente.
Un groviglio ingarbugliato al punto tale che se oggi cerchi su Wikipedia il profilo di Antonio Angelucci (presente per tutti i parlamentari in carica o decaduti) trovi solo la seguente scritta: «Attenzione: questa pagina e' stata oscurata e bloccata a scopo cautelativo a seguito di minaccia di azioni legali». Se non altro, la riconferma di Angelucci alla Camera col Pdl in Lombardia 2 servira' a consolidare le prove di governissimo, visto che era stato proprio l'ex portantino di origini abruzzesi a salvare dal crac i Ds acquistando nel 2003 buona parte del patrimonio immobiliare ex Pci per circa 82 milioni di euro.
lorenzo cesaLORENZO CESA
ATTAGUILE ANGELO - PDL 
Potenza (e sconcio) del Porcellum! Silvio Berlusconi in persona catapulta nelle liste della Campania il qui sconosciutissimo Angelo Attaguile in posizione blindata, che cosi', senza nemmeno dover incontrare gli elettori, spicca direttamente il volo per Montecitorio. Lo conoscono bene, invece, in quel di Catania e piu' precisamente a Grammichele, paese d'origine del suo nume tutelare Raffaele Lombardo, l'ex presidente dell'Ars Sicilia andato via con disonore e definito "Arraffaele Lombardo". Si' perche' Attaguile e' figlio di quell'andreottiano purosangue Gioacchino Attaguile, senatore, vero artefice della carriera dell'ex governatore Lombardo. Inquisito per lo scandalo delle case popolari nella sua citta', Angelo Attaguile e' stato poi prosciolto, diventando anni fa presidente del Catania Calcio (altra contestata gestione) e poi tesoriere del Mpa. Cittadini campani, lo avete eletto voi. Sappiatelo.
ROSARIA CAPACCHIONEROSARIA CAPACCHIONE
BAZOLI ALFREDO - PD 
Eccola, la famigliona del banchiere Giovanni Bazoli, con la maglietta del Pd lanciata all'assalto del parlamento. Se alle primarie 2007 in fila per votare si era visto lui, il banchierone di Imi Sanpaolo Giovanni, oggi ecco nipote Alfredo, 44 anni, figlio del fratello Luigi, blindato al numero otto della lista in Lombardia e puntualmente eletto. Quando Pier Luigi Bersani dice: «fuori i banchieri dai partiti»...
BINDI ROSI - PD
Niente da dire sulla persona, cattolica, coerente, mai sfiorata da inchieste giudiziarie. A parte, naturalmente, le dichiarazioni di Luigi Lusi, tesoriere maneggione della Margherita, il quale aveva dichiarato che una parte delle somme trafugate erano state consegnate proprio a lei, l'arcigna e moralizzatrice Rosi. Distratta o sorda negli anni in cui presiedeva il fiorellino, e oggi incurante delle "maldicenze" di Lusi, ora la Bindi e' riuscita a disgustare migliaia di elettori del Partito Democratico per la sua ennesima richiesta di deroga al regolamento interno, facendosi catapultare in Calabria dopo una permanenza a Montecitorio che dura da ben cinque legislature. E a niente sono servite, nel suo caso, le reprimenda di Matteo Renzi sui mammut in parlamento. Coi bersaniani che continuano a parlare di "rinnovamento" e "spazio ai giovani"...
BRUNO BOSSIO VINCENZA - PD 
Moglie del plenipotenziario calabrese del Pd Nicola Adamo, la neo-onorevole Vincenza Bruno Bossio e' imprenditrice a tutto campo nel settore delle tecnologie informatiche. Il suo nome ricorreva piu' volte nelle inchieste dell'allora pubblico ministero di Catanzaro Luigi de Magistris, che ne aveva radiografato per filo e per segno l'arcipelago societario: una holding destinataria, negli anni, di consistenti finanziamenti pubblici.
ENZO CUOMO PDENZO CUOMO PD
Sappiamo come sono andate a finire le inchieste di de Magistris dopo l'avocazione, al punto che la Bossio e' stata fra coloro che hanno intentato una causa civile ai danni dell'ex pm. Restano pero' agli atti alcune imbarazzanti intercettazioni: nulla di penalmente rilevante, ma quei colloqui con gente come l'inquisito numero uno, Antonio Saladino, la dicono lunga sulla considerazione che l'imprenditrice aveva all'epoca per le istituzioni.
CALIENDO GIACOMO - PDL
Sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi con incarichi apicali al Dipartimento di Via Arenula, il senatore uscente Caliendo, oggi riconfermato in Lombardia, era stato prosciolto a marzo 2012 dall'accusa di aver fatto parte della loggia segreta P3 insieme a personaggi come il faccendiere Pasqualino Lombardi, col quale aveva fondato il Centro Studi Giuridici per l'Integrazione Europea Diritti e Liberta' finalizzato, secondo l'accusa, ad esercitare indebite pressioni sui magistrati. Per altri indagati il processo e' tuttora in corso. Archiviando invece la posizione di Caliendo, il gip Giovanni De Donato descrive le sue condotte come «al limite fra il penalmente rilevante e il deontologicamente censurabile».
CAPACCHIONE ROSARIA - PD
Giornalista del Mattino, autrice di inchieste anticamorra, entra a Palazzo Madama sull'onda delle polemiche scatenate dalle traversie giudiziarie del fratello Salvatore Capacchione, costruttore, che cominciano nel 2004, quando il pm di Perugia Sergio Sottani chiede ed ottiene dal gip quattro ordinanze di custodia cautelare. Una e' per Salvatore.
ANTONIO PAOLUCCI jpegANTONIO PAOLUCCI 
L'inchiesta e' quella sulla sezione fallimentare del tribunale di Roma e sulle risorse milionarie sottratte ai legittimi creditori con la complicita' di alcuni magistrati. Arriva il 2005 e Salvatore Capacchione si ritrova indagato nell'ambito dell'inchiesta della Procura partenopea sulle opere a Ponticelli eseguite dalle "cooperative bianche", fra cui la sua. Ce ne sarebbe gia' abbastanza. Se non fosse che a Caserta spunta un altro procedimento, dove stavolta ad essere sul banco degli imputati e' proprio lei, la neo-senatrice. L'accusa e' di calunnia ai danni dell'ufficiale delle Fiamme Gialle Luigi Papale.
CARDINALE DANIELA - PD 
E' al suo secondo mandato, ottenuto in un collegio ritenuto "blindato". Sponsor l'ex margheritino Giuseppe Fioroni, il gesto politico piu' significativo ricordato dai suoi biografi e' racchiuso in tre parolette: «se po' fa'». Nel pedigree una parentela che conta: e' infatti figlia del pluriministro di poste e telecominicazioni targato Pd (primo e secondo esecutivo D'Alema, poi governo Amato), Salvatore Cardinale, il cui nome figurava nell'elenco degli invitati alle nozze di Francesco Campanella (con due altri big, Clemente Mastella e Toto' Cuffaro). Ha fatto tutta la trafila scudocrociata, senza perdersi una tappa: Dc, Ccd, Udeur, Ppi, Margherita, Pd.
SAVERIO ROMANOSAVERIO ROMANO
CASSON FELICE - PD 
Ex toga di punta a Venezia con un ricco pedigree di indagini soprattutto su ambiente e terrorismi, e' anche docente di diritto ambientale all'istituto universitario di Architettura del capoluogo lagunare e all'universita' telematica Uninettuno. Pochi bagliori nell'attivita' parlamentare. Tra le inchieste da ricordare, invece, quella relativa a Gladio che fece infuriare Francesco Cossiga (lo defini' «l'efebo di Venezia»): strano attacco, quello dell'ex picconatore, vista la comune amicizia dei due con Giancarlo Elia Valori, grand commis, ex piduista depennato dagli elenchi da Gelli in persona. I percorsi della vita.
CESA LORENZO - UDC
Dalle macerie dell'Udc e' riemerso solo lui con pochi altri: rieletto in Calabria, dov'era capolista Udc, rieccolo in pista pronto a dettare le regole della morale insieme al suo alter ego Pier Ferdinando Casini. Le indagini a carico del segretario nazionale Lorenzo Cesa cominciano nel 1991 e da allora praticamente non finiranno piu'. Abuso d'ufficio, concussione, tangenti, fino alla clamorosa inchiesta Why Not dell'allora Pm di Catanzaro Luigi de Magistris sulla Loggia San Marino e al sequestro di tutti i suoi beni nel 2010. Tra prescrizioni ed altri escamotage, se l'e' sempre cavata, pur avendo ammesso in dibattimento molti degli addebiti contestatigli. E' in parlamento dal 2005 e, continuando di questo passo, ci restera' probabilmente a vita.
rosy bindi xROSY BINDI X
CESARO LUIGI - PDL
Piove sul bagnato, ovviamente, per il pidiellino partenopeo assurto a simbolo dell'illegalita' in pianta stabile a Montecitorio. Indagato per rapporti coi famigerati Casalesi in seguito alle rivelazioni del pentito Gaetano Vassallo, oggi si ritrova al centro di una nuova bufera per i suoi rapporti degli anni '80 col boss della Nco Raffaele Cutolo e con sua sorella Rosetta.
Non per niente, in quel periodo il consiglio comunale di Sant'Antimo era stato sciolto per infiltrazioni mafiose proprio a causa della presenza in consiglio comunale della loro dinasty. Che oggi cresce sia in fatturati - sono proprietari del maggior gruppo privato sanitario dell'area nord di Napoli, dove mancano strutture pubbliche, oltre che di un albergo-monstre a 5 stelle - che in potere politico, col figlio di Giggino ‘a purpetta, Armando, gia' ai nastri di partenza per succedere al padre in Parlamento alla prossima tornata.
CIRIELLI EDMONDO - FRATELLI D'ITALIA 
Ex duro di Alleanza Nazionale, poi Pdl, alla Provincia di Salerno - che ha guidato per quattro anni - lo ricordano soprattutto per il flop dell'aeroporto mai "decollato" a Pontecagnano: un centinaio di milioni buttati per uno scalo da pochi voli la settimana, eredita' del precedente numero uno della Provincia (l'ex Margherita Pasquale Villani, un impero della distribuzione alimentare finito in crac). Cirielli voleva spenderne un'altra trentina per allungare la pista: non ha fatto in tempo. Si consola col volo a Montecitorio.
MATTEO COLANINNOMATTEO COLANINNO
COLANINNO MATTEO - PD
Pierluigi Bersani lo spedisce nei salotti televisivi per dar fiducia alle truppe disorientate, a caccia di una rotta per evitare l'ingovernabilita'. Gli potranno risultare utili i consigli paterni, visto che l'ex patron di Olivetti e Piaggio, Roberto Colaninno, cresciuto sotto la protettiva ala dalemiana, e' stato poi prescelto da Silvio Berlusconi per pilotare il minestrone CAI, destinato a evitare il collasso di Alitalia. La compagnia, dopo aver sperperato milioni su milioni e aver "bruciato" i vertici aziendali (alla guida adesso c'e' proprio Colaninno senior), ora rischia la svendita ad Air France.
CROSIO JONNY - LEGANORD
Nella lista per il Senato in Lombardia era al decimo posto, ma lui, che proviene dalla Camera, ce l'ha fatta lo stesso. E ora sono in molti a prevedere che dovra' dividersi tra Palazzo Madama e la procura di Sondrio, dove il 3 maggio avra' inizio il processo nel quale Crosio dovra' difendersi per i reati di turbativa d'asta, concussione, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio, assieme ad altri 20 imputati.
La vicenda risale al 2010, quando in Valtellina vengono indagati o arrestati politici, amministratori locali, funzionari della Comunita' montana e imprenditori privati. Tra questi c'e' anche Crosio, all'epoca dei fatti assessore provinciale alla Viabilita'. L'accusa e' di aver esercitato pressioni su piccoli proprietari, minacciandoli di esproprio, per far vendere i loro appezzamenti di terreno, a prezzi inferiori al dovuto, alla ditta Galperti, per agevolare la costruzione della strada di Bema. Un processo sul quale incombe la prescrizione.
CLAUDIO SCAJOLA jpegCLAUDIO SCAJOLA JPEG
CUOMO VINCENZO - PD
Arriva al Senato dalla Campania il sindaco di Portici Vincenzo Cuomo. Ex Dc, poi Margherita, quindi approdato nelle braccia larghe del partito di Pier Luigi Bersani, Cuomo e' stato eletto sindaco del popoloso comune vesuviano nel 2009 al primo turno, con quasi il 70% di preferenze. Un bel successo. Peccato che nell'incandescente relazione della Commissione d'accesso nominata nel 2003, quando Portici fu sciolta per mafia, si parlasse proprio di lui, l'allora vicesindaco Cuomo.
I commissari prefettizi ricordavano infatti che «Cuomo Vincenzo, nato a Piano di Sorrento il 3/4/64 e' coniugato con Graziano Sara, nata a Torre del Greco, sorella di Graziano Cristiana, moglie di Zaza Pio, nato a Portici il 30/7/60, ivi residente in via Dalbono 18». Pio Zaza - ricostruiscono i commissari - e' a sua volta figlio di «Zaza Salvatore, fratello del defunto Michele, capo indiscusso del clan Zaza». Il neo senatore del Pd Cuomo, dunque, e' imparentato con la famiglia camorristica dei Zaza.
D'ALI' GIAMPIERO - UDC
Professione barone, prima di darsi alla politica. E poi: latifondista (sue le centinaia di ettari fra le saline del trapanese e Marsala) e banchiere, a bordo della Banca Sicula, nel cui staff ha fatto capolino fino al 1991, come funzionario, Salvatore Messina Denaro, fratello del ricercato numero 1 di Cosa nostra, Matteo. Il nome del padre, Antonio, figurava invece negli elenchi della P2 made in Licio Gelli. Responsabile economico della prima Forza Italia, D'Ali' e' stato sottosegretario agli interni nel secondo governo Berlusconi.
EDMONDO CIRIELLIEDMONDO CIRIELLI
D'ATTORRE ALFREDO - PD
Ricercatore di filosofia all'universita' di Salerno, Alfredo D'Attorre era stato spedito da alcuni mesi in Calabria come commissario regionale a dipanare la difficile matassa di squilibri e arretramenti nel partito. Una vigilanza che - ci auguriamo - gli sara' riuscita meglio di quella che tenne a Salerno da segretario provinciale. Il 2006, quando D'Attorre ricopriva questa carica nella sua citta', fu infatti l'anno in cui divampo' lo scandalo del consigliere comunale piddino Vincenzo Bove, nominato dall'allora sindaco deluchiano Vincenzo Di Biase assessore alla movida. Quando Bove venne arrestato sulla base di intercettazioni con uomini dei clan camorristici locali, D'Attorre ne se usci' con un candido: ««certo su Bove c'erano sempre state delle voci, ma con lui avevamo parlato e gli avevamo chiesto di queste voci ma lui ci aveva sempre rassicurati». Come chiedere all'oste se il vino e' buono.
DAMBRUOSO STEFANO - MONTI
Non ha lasciato la magistratura negli ultimi mesi, l'ex pm di Milano Stefano Dambruoso, ma ha solo chiesto l'aspettativa al Csm rimanendo, come altri colleghi, ad attendere l'elezione in Parlamento prima di prendere la decisione con comodita'. Fatto sta che dell'ex pm del caso Abu Omar Stefano Dambruoso in questa campagna elettorale si e' parlato davvero poco.
Scajola e FittoSCAJOLA E FITTO
E lui, forse proprio per questo, ora sbarca alla Camera da montezemoliano doc (aveva firmato il manifesto di Italia Futura) sotto le insegne del Professore. Proviene dall'ufficio coordinamento internazionale di Via Arenula, dove era arrivato proprio in seguito alle polemiche sul caso dell'ex imam di Milano. Ora Dambruoso dichiara che si battera' per una legge tesa ad impedire che i magistrati passati in politica tornino a giudicare. Ma nulla dice sulle richieste di aspettativa e sulle candidature delle toghe che, in caso di mancata elezione, tornano a decidere il destino delle persone, senza imbarazzo alcuno.
DE GIROLAMO NUNZIA - PDL 
Nel 2007 comincia a farsi notare come commissario giovanile di Forza Italia a Benevento. Un anno dopo arriva in Parlamento ed esordisce tra le Papi girls. Ma il punto e' un altro: nel 2010, quando scoppia lo scandalo della P3, Arcangelo Martino dal carcere prova a tirare in ballo la deputata sannita, che a suo dire doveva accompagnare da Berlusconi il faccendiere beneventano Pasqualino Lombardi. Lei smentisce tutto. Resta pero' il fatto che sua sorella lavora in una societa' sannita dedita alla messa all'asta di beni pignorati che fa capo a Gianfranco Lombardi - figlio del faccendiere Pasqualino - e a Vincenzo Viscione, il cui padre, Paolo, e' un altro protagonista del caso "Loggia P3".
RAFFAELE FITTORAFFAELE FITTO
DEL BASSO DE CARO UMBERTO - PD 
Massone, avvocato difensore negli anni ‘80 di uomini come Bettino Craxi, forse grazie a tali benemerenze era assurto ai vertici del Partito Democratico campano, tanto da diventarne numero uno alla Regione, dove avrebbe dovuto contrastare sul piano politico l'attivita' del governatore socialista - e delfino di Craxi - Stefano Caldoro. Misteri e beffe dei piddini italiani, fatto sta che oggi Del Basso De Caro, piazzato a Campania 2 in posizione blindata, torna a furor di popolo in parlamento. Trovera' tempo per la difesa in tribunale del suo cliente eccellente Nicola Mancino, ex vicepresidente del Csm, nel processo sulla "trattativa"?
ESPOSITO GIUSEPPE - PDL
Torna in Senato il componente del Copasir Esposito, nella scorsa legislatura al vertice dell'organismo chiamato a vigilare sui servizi segreti, come vice di Massimo D'Alema. Classe 1956, Giuseppe Esposito e' nato a Pagani, provincia di Salerno. Eletto per la prima volta nel 2008, dichiara nella navicella di essere "funzionario di partito e imprenditore". Qualifica, quest'ultima, che lo vede in pista, per esempio, come consigliere d'amministrazione della societa' che aveva organizzato gli infausti campionati di nuoto per Roma 2009, cuore dello scandalo sulle grandi opere che oggi vede alla sbarra uomini come Angelo Balducci. Interrogativi si aprono infine anche sulla Esor spa, che vede Esposito fra i principali azionisti: fondata nel 2006 con appena 20mila euro di capitale sociale, e' oggi un'autentica multinazionale dell'energia con fatturati da milioni di euro e sedi in mezzo mondo.
FITTO RAFFAELE - PDL
Rieccolo, l'ex governatore della Puglia Raffaele Fitto, un giorno si' e l'altro pure sulle prime pagine dei giornali, durante la scorsa legislatura, per inchieste giudiziarie a suo carico. Il clou in piena campagna elettorale, quando sul capo di Fitto arriva la condanna in primo grado per illecito finanziamento ai partiti ed abuso d'ufficio in relazione alla tangente che avrebbe ricevuto dal ras della sanita' Giampaolo Angelucci, figlio del parlamentare Pdl Tonino (vedi).
FRATOIANNI NICOLA - SEL
Uno degli assessori forti della giunta Vendola fa il salto a Montecitorio. Peccato che il suo nome sia finito fra le carte della bollente inchiesta sullo scandalo finanziario e ambientale targato Ilva, in cui si legge che «l'avvocato Francesco Manna, capo di gabinetto del governatore Vendola, il 6 luglio 2010, e l'assessore Nicola Fratoianni sono stati incaricati di "frantumare" il direttore generale dell'Arpa Puglia (l'agenzia regionale per l'ambiente, ndr), Giorgio Assennato, che aveva osato diffondere dati allarmanti sul superamento delle soglie di inquinamento ambientale dello stabilimento e sugli effetti catastrofici sulla popolazione». Auguriamoci che il braccio destro di Nichi Vendola, nelle sue nuove vesti, frantumi anche mafie e spread.
Nunzia De GirolamoNUNZIA DE GIROLAMO
GALATI GIUSEPPE DETTO PINO - PDL 
Passato dall'Udc al Pdl, Pino Galati era sottosegretario alle Attivita' produttive quando fini' nel registro degli indagati nell'ambito delle indagini condotte a Catanzaro da Luigi de Magistris. Dopo archiviazione e proscioglimento, restano documentati i contatti stretti di allora fra Galati ed alcuni personaggi discussi emersi da quelle inchieste, a partire dallo stesso faccendiere Antonio Saladino, e poi altri come Lorenzo Cesa (anche lui rieletto in Calabria, vedi) e l'allora procuratore capo Mariano Lombardi.
GITTI GREGORIO - MONTI
Altro rampollo della famiglia Bazoli spedito in corsia preferenziale a Montecitorio. Gregorio Ghitti, che del banchiere ha sposato una figlia, tanto per diversificare ha lasciato la corrente di Rosi Bindi per sbarcare alla corte di Mario Monti e da qui prendere il biglietto di sola andata (speriamo di no) verso gli scranni di Montecitorio. Tanto per sostenere la causa, l'appello a favore del Professore era stato sottoscritto anche dall'altro genero di Giovanni Bazoli, Fabio Coppola, marito della secondogenita Chiara. E poi c'e' ancora qualcuno che mette in dubbio l'asse di ferro pre-elettorale Bersani-Monti, bocciato dai cittadini.
MARINO LUIGI - MONTI
Dopo ventidue anni passati al timone della corazzata bianca Confcooperative, ora fa il salto tra gli scranni parlamentari. Da una bolgia all'altra il salto non e' poi cosi' lungo, viste certe traversie di casa coop, dove il suo inossidabile braccio destro, e vicepresidente Conf., Carlo Mitra, deve vedersela con qualche brutta grana giudiziaria. Come quella sul patronage piu' che disinvolto di una mega coop della vigilanza privata e Roma (e non solo), l'ex Urbe molto cara a Sergio De Gregorio poi diventata Nuova Citta' di Roma. Peccato che sulla nuova sigla si stagli nientemeno che l'ombra della Magliana band, tenuto conto dell'inchiesta al caloro bianco (riciclaggio e 416 bis le piste investigative) che vede coinvolto il suo vertice, Fabrizio Montali (figlio dell'ex senatore psi Sebastiano). Altre ombre, poi, arrivano dalla Campania, dove le performance di bianco-coop sono spesso al centro di polemiche: come ai tempi del ras anni ‘70-'80 Francesco Capacchione, padre di Rosaria (la giornalista anticamorra fresca di Parlamento, vedi) e Salvatore.
MATARRESE SALVATORE - MONTI
Da coordinatore di Italia Futura Puglia Salvatore Matarrese, nipote di mister Federcalcio Antonio, e' stato tra i finanziatori della lista Monti. Forte di una corazzata edile come la Salvatore Matarrese spa, il momtezemoliano Matarrese presentera' nuovamente ora un conto salatissimo ai contribuenti italiani, quei 49 milioni attribuiti con sentenza al suo gruppo per l'abbattimento forzato degli ecomostri di Punta Perotti, sul lungomare barese. Sempre che non si presentino nuovi risvolti giudiziari a carico del suo parente Toto Greco, sotto processo per il caso Tarantini e intercettato piu' volte in conversazioni imbarazzanti proprio con il nuovo onorevole montian-montezemoliano. Staremo a vedere.
Stefano Dambruoso MAUSTEFANO DAMBRUOSO MAU
MATTEOLI ALTERO - PDL
Uno dei colonnelli di An rimasto, negli anni, un fedelissimo del Cavaliere, accompagnandolo dal debutto del 1994 (Matteoli ministro dell'Ambiente nel primo governo Berlusconi) fino all'ultimo esecutivo (e' titolare dei Trasporti, con l'intermezzo del quinquennio 2001-2006 ancora all'Ambiente). Qualche grattacapo lungo il percorso, dove si ricorda il protagonismo fin troppo invasivo del direttore al ministero per l'Ambiente Paolo Togni. Altre gatte da pelare dall'isola d'Elba, per una serie di vicende relative ad abusi edilizi: storie finite nel nulla giudiziario, cosi' come il forte e discusso legame col prefetto di Livorno, Vincenzo Gallitto. Il duro di Msi, Destra Nazionale, poi An, quindi Pdl e' sempre in campo.
MINARDO ANTONINO - PDL 
Eletto a furor di popoli in Sicilia, nel 2011 il senatore uscente Nino Minardo e' stato condannato con rito abbreviato dal gip di Messina a un anno di carcere per abuso d'ufficio in merito all'inchiesta sul Consorzio Autostrade Siciliane, di cui era stato presidente nel 2007, dopo aver tentato invano l'elezione all'Assemblea Regionale Siciliana. Recentemente la condanna e' stata ridotta a "soli" 8 mesi di reclusione.
MINNITI MARCO - PD 
Pochi lo sanno, ma il superdalemiano Minniti ha svolto un delicato incarico nell'ultimo anno e mezzo: e' stato, infatti, il responsabile nazionale del Pd per "la verifica dell'attuazione del programma dell'esecutivo Monti". Una chiave, forse, per spiegare la debacle delle truppe capeggiate da Pier Luigi Bersani. La sua presenza, comunque, fa capolino anche in altre stagioni e su altre strategiche poltrone: sottosegretario alla presidenza del consiglio nel D'Alema 1 e nel D'Alema 2, viceministro degli Interni con Romano Prodi tra il 2006 e il 2008, poi ministro ombra, sempre per gli Interni. Trova il tempo, comunque, per dar vita, nel 2009, a ICSA, acronimo di Intelligence Culture and Strategic Analysis, una fondazione che si occupa in prevalenza di sicurezza, difesa e intelligence. La sua creatura ha avuto un presidente onorario d'eccezione: l'ex capo dello Stato Francesco Cossiga.
MARCO MINNITIMARCO MINNITI
PAOLUCCI MASSIMO - PD
Non fa in tempo a brindare per lo scranno (blindato, in caso di successo Pd) di Montecitorio, che gli piomba una sonora tegola sulla capoccia: dovra' risarcire al comune di Napoli 560 mila euro e rotti per la malagestione dell'emergenza rifiuti (condannati per un importo analogo, fra gli altri, gli ex sindaci Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino). E lui, il superburocrate Paolucci, in quella ‘monnezza' ha ricoperto un ruolo strategico, proprio quello di supercommissario a partire dall'anno 2000. Secondo alcune ricostruzioni investigative, insieme all'altro commissario, Giulio Facchi, sarebbe stato protagonista di una vera e propria "trattativa" con un gruppo di imprenditori in odore di mafia per l'individuazione di "buchi" ad hoc (leggi discariche), "disponibili" per interrare rifiuti. Ora potra' occuparsi con profitto della monnezza che continua ad abbondare nelle aule parlamentari.
PARISI MASSIMO - PDL
Blindato per Montecitorio il coordinatore del Pdl in Toscana Parisi, fedelissimo del coordinatore nazionale Denis Verdini (vedi). Con lui e' indagato, assieme ad altri 23 tra editori e imprenditori, per truffa aggravata allo Stato, in merito ai contributi pubblici all'editoria incassati indebitamente dai giornali tra il 2002 e il 2012. Nel caso di Parisi l'inchiesta riguarda il Giornale di Toscana, gestito dalla Nuova editoriale cooperativa srl, socia di maggioranza della Societa' Toscana di Edizioni, che edita la testata. Una cooperativa «palesemente fittizia» per la procura di Firenze che stima la truffa ai danni dello Stato in oltre 20 milioni di euro, coinvolgendo anche il settimanale Metropoli Day. I magistrati stanno inoltre cercando di ricostruire i dettagli della vendita avvenuta nel 2009 della Societa' Toscana Edizioni all'imprenditore Giuseppe Tomassetti, ritenuto vicino al faccendiere Flavio Carboni, per 300mila euro.
PICCOLO SALVATORE - PD
Una bella, bella carrierona per l'ex peones democristiano (gavianeo doc) alla Provincia di Napoli Salvatore Piccolo. Quando mette piede per la prima volta in Parlamento, nel 2008, la sua dichiarazione dei redditi mostra un imponibile adeguato al cognome, 35mila euro e spiccioli, nonostante la proprieta' dichiarata di appartamenti e fabbricati nella natia Brusciano. Oggi, a distanza di quasi cinque anni, l'imponibile balza a 147.490 euro. Niente da dire, la vita da parlamentare rende bene. Almeno a chi la pratica. Tutt'altro che brillante, invece, l'indice di produttivita' del deputato Piccolo secondo l'agenzia specializzata Open Polis, che risulta solo 479esimo su 630.
POLVERINI RENATA - PDL
Uscita dalla finestra della Pisana, torna dalla porta principale di Montecitorio l'ex sindacalista Ugl Renata Polverini. Memorabili, nel suo travolgente mandato di presidente della Regione Lazio (nel senso che e' stato travolto dagli scandali), sprechi come il doppio incarico, a spese dei contribuenti, della coppia campana Salvatore Ronghi (ex Cisnal pure lui), nominato sul campo segretario generale della Regione (stipendio: 200mila circa all'anno) e Gabriella Peluso, di lui compagna e giornalista, "avocata" dalla Polverini nella capitale con mansioni ad hoc e stipendio da 132mila euro. Presentatosi a Napoli nel listone di reduci e impresentabili targato Grande Sud, Ronghi e' stato bocciato dagli elettori, benche' la Peluso avesse tempestato le redazioni di comunicati sulla sua campagna elettorale, tutti inviati dalla mail ufficiale della Regione Lazio.
ROMANO ANDREA - MONTI
Un curriculum che incute un fortissimo timore reverenziale per la possanza dei suoi ingredienti: professore associato di storia contemporanea all'universita' di Tor Vergata, politologo, editorialista per Stampa e Sole 24 ore, responsabile della Cultura per l'Italia Futura sognata da Luca Cordero di Montezemolo. Peccato inciampi sull'italiano e scivoli sugli accenti come su un pavimento appena cerato: mitica la sua "co'ngrega di conservatori" davanti agli sbigottiti ospiti nel salotto tv di Corrado Formigli.
ROMANO SAVERIO - PDL 
Ex ministro nell'ultimo governo Berlusconi, ha schivato una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa a luglio 2012, quando il gup del trivbunale di Palermo l'ha assolto, in pratica per quella che un tempo si chiamava "insufficienza di prove". «Gli elementi c'erano - osserva il pm Francesco Messineo - ma non sono stati ritenuti ideonei per una condanna». Vediamo di che elementi si tratta (ricostruiti anche in una sentenza di Cassazione dell'anno precedente). Due carriere, quelle di Romano e di Toto' Cuffaro, che corrono parallele, a cominicare da quel 1991 quando i due incontrano Angelo Siino, il "ministro dei lavori pubblici del "governo Riina" per concordare una strategia in vista del voto. Anno clou, poi, il 2001, quando Cuffaro diventa governatore in Sicilia e Romano fa il suo primo ingresso a Montecitorio. «E' l'anno - commenta il pm Nino Di Matteo - in cui Romano deve onorare le cambiali staccate quando da giovane corteggiava e blandiva i boss per acquisire spazio e avere potere». Ora blandisce il Cavaliere.

SARRO CARLO - PDL
Tornera' a Palazzo Madama anche il massone Carlo Sarro, che proprio di una roccaforte storica del Grande Oriente d'Italia, Piedimonte Matese, era stato sindaco. Fedelissimo del detronizzato Nicola Cosentino - per il quale potrebbero spalancarsi ora le porte del carcere in ragione delle accuse formulate dai pubblici ministeri antimafia circa il suo rapporto stretto coi Casalesi - Sarro e' l'avvocato di ferro di Nick ‘o mericano e della sua famiglia, affiancati anche durante la gestione del Consorzio rifiuti Ecoquattro, al centro dello scandalo che ha travolto l'ex sottosegretario all'economia. Eletto per la prima volta nel 2008, Sarro era andato a sedere nella Giunta per le immunita' parlamentari, nel delicatissimo Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa e, soprattutto, in seno alla Commissione parlamentare antimafia.
SCIASCIA SALVATORE - PDL
Arcinote le vicende giudiziarie dell'ex fiamme gialle Salvatore Sciascia, che torna a vele spiegate in Senato con una condanna definitiva a due anni e mezzo per corruzione a finanzieri che indagavano sul gruppo Fininvest. Forse per questo nella legislatura appena trascorsa e' stato membro della Commissione permanente Finanze e tesoro di Palazzo Madama.
SCILIPOTI DOMENICO - PDL
Eccolo, l'emblema nazionale del trasformismo, che torna alla Camera grazie al Pdl. I maggiorenti del partito avrebbero voluto piazzarlo in Abruzzo in posizione piu' defilata, ma dopo l'autentica levata di scudi in quella regione, con minaccia di dimissioni in massa se nelle liste fosse comparso il nome di Scilipoti, si e' optato per la piu' accogliente Calabria. Entrato in parlamento nella scorsa legislatura con Italia dei Valori, fa da stampella al governo Berlusconi dopo lo schiaffo di Gianfranco Fini. Ma il punto e' ancora un altro. Al di la' della vecchia condanna per debiti, Scilipoti avrebbe intrattenuto rapporti «con personaggi appartenenti ad una delle piu' importanti cosche della provincia di Reggio Calabria». Lo scrivono nel 2005 i commissari prefettizi inviati a Terme Vigliatore, comune sciolto per mafia a seguito delle denunce di Adolfo Parmaliana, il medico antimafia morto suicida dopo i tentativi di delegittimarlo.
TIDEI MARIETTA - PD 
Eccola, la figlia del potentissimo sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei, sbarcare finalmente in parlamento dopo la "gavetta" - si fa per dire - tutta d'oro di capo di gabinetto dell'allora presidente del consiglio regionale del Lazio Bruno Astorre. Per quell'incarico, benedetto da papa', gia' nel 2009 la signorina Tidei percepiva dai contribuenti uno stipendio da circa 160mila euro l'anno. Niente male per una debuttante e tutto grasso che cola per una famiglia capace di piazzare contemporaneamente il cugino di Marietta, Marco Tidei, nel consiglio di amministrazione dell'Ater. Ha davvero motivi per sorridere, l'intraprendente neo-deputata, che nella sua pagina twitter cinguetta: «La politica per me e' da sempre l'attivita' piu' amata. Ho sempre dedicato tempo e cura nel capirla e nel prepararmi ad essa».
VERDINI DENIS - PDL
Tanto per rinfrescare la memoria, e' alla sua quarta legislatura l'onorevole banchiere Denis Verdini, sulle cui spalle pende un'autentica raffica di indagini, dai grandi appalti per il G8 della Maddalena a quelle sulla "cricca" dei costruttori, fino al coinvolgimento nelle Logge P3 e P4 insieme a un nugolo di faccendieri. Ultima tegola in ordine di tempo, il coinvolgimento nello scandalo Monte Paschi venuto alla luce attraverso una lettera in cui nel 2004 Verdini si rivolgeva a Fabrizio Felici, anche lui di Forza Italia e componente della Fondazione Mps, per partecipare alla spartizione dell'istituto senese.

Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola (la Voce delle Voci)


Nessun commento: