martedì 24 gennaio 2012

E la Lega si inventa l'emendamento "bavaglio" per il web

Ci aveva già provato la Lega Nord e ora ci riprova. Evidentemente la libertà di informazione su internet gli crea qualche problema o chi sa.
Sta di fatto che è il leghista Giovanni Fava l'autore "dell'emendamento bavaglio" per il web che è passato già in Commissione e ora arriva alle camere come articolo 18 di una legge comunitaria per la Rete. In pratica l'emendamento Fava prevede la possibilità per qualsiasi soggetto "interessato" può intimare con una semplice mail al fornitore di contenuti (facebook, twitter, msn, blogger o chi altro) la rimozione di contenuti audio, video e testuali ritenuti illegali o illegittimamente diffusi. Senza nessun parere preventivo di enti indipendenti come l'Agcom o la Magistratura! Da quel momento il gestore si considera "avvisato" per quanto riguarda possibili e successive procedure di finanziamento. E' intuibile che nella stragrande maggioranza dei casi i gestori di social network, blog, siti internet ecc potrebbero decidere di togliere preventivamente un contenuto alla prima contestazione per evitare onerosi risarcimenti successivi. Ecco quindi che dietro l'alibi della lotta alla pirateria l'emendamento di Fava rischia di funzionare come un potentissimo mezzo di censura. Chiunque potrebbe mandare una mail a un gestore inventandosi un qualsivoglia motivo per censurare una notizia troppo scomoda o solo ritardarla di un pò di tempo. Si sa, nell'informazione il tempismo è tutto!

Ci aveva già provato a luglio Giovanni Fava, con la proposta di legge 4511. Ora il suo emndamento andrà al voto delle Camere.
Proprio mentre negli USA la discussione al Senato di due contestatissimi provvedimenti di legge su internet - Sopa (Stop Online Piracy Act) e Pipa (Protect Ip Act) - è stata rinviata sine dia dietro un vero e proprio sciopero del web, che sostiene la necessità di equilibrare la cosiddetta "lotta alla pirateria" con il diritto alla diffusione della conoscenza. Per non parlare degli attacchi per protesta di Anonymous addirittura ai siti del FBI...
Che sia la volta buona per il web di difendere i suoi diritti di espressione e di diffusione anche in Italia dalle censure della Casta!?