martedì 24 gennaio 2012

Tutti gli sconti speciali per i soli deputati


La firma è quella di Domenico Di Virgilio, classe 1939, deputato pdl alla terza legislatura. Primario ospedaliero di professione, il parlamentare stavolta ha dimostrato scarse capacità diagnostiche. Ma come: infuriano le polemiche sulla casta, il popolo reclama il sangue dei parlamentari, e lui, serafico, già si preoccupa delle loro prossime vacanze? «Caro Collega, mi corre l’obbligo di segnalarti…». Ecco: il 2 dicembre ha fatto distribuire ai colleghi, approfittando del servizio postale interno e delle buste col logo della Camera, il dépliant di un albergo il cui direttore è «un mio amico personale». E che albergo, poi. «Il primo hotel dell’isola d’Elba improntato sull’unione di lusso, sostenibilità e life style» lo esalta il famoso dépliant. Un 4 stelle fantastico, anzi, magnifico. Piscina interna ed esterna, viste mozzafiato, area wellness, addirittura un «manager dei desideri» a disposizione degli ospiti. Costoso? Un bel po’. Ma il Magnifico de Luxe Resort «è lieto di offrire tariffe e condizioni riservate ai membri del Parlamento della Repubblica». Tariffe riservatissime.

Ora, perché scandalizzarsi? Neanche i parlamentari hanno soldi da buttar via, di questi tempi. Difatti il senatore Valerio Carrara (ex idv, oggi pdl) ha orgogliosamente annunciato ai colleghi di avere trovato l’accordo per un pranzo tutto pesce «a 20 euro» vicino al Pantheon; e Gabriella Carlucci, magrissima deputata ex pdl e neo udc, ha piuttosto preferito spendersi a favore del suo parrucchiere, Paolo D’Apollonio: piega, shampoo e massaggio a 10 euro; un taglio a 30 euro, le mèches a 50 e un bel trattamento rassodante per il seno a 40. Un affare.

E il senso degli affari ce l’hanno in tanti. Andrea Di Teodoro, eletto nel 2001 con la lista di centrodestra Abolizione Scorporo, a poco più di 30 anni d’età aveva già un hobby redditizio: «Caro collega, con la presente ti informo che sto per piazzare sul mercato italiano una importante partita di pezzi pregiati di alto antiquariato…». Era l’anno 2005, la crisi ancora non si sentiva e i colleghi interessati potevano tranquillamente consultare il catalogo nell’ufficio del parlamentare: icone russe del ‘600 a 26 mila euro, credenze senesi del ‘500 a 80 mila… Il telefono di Di Teodoro era addirittura rovente.

Durante il governo Prodi II, invece, tutti chiamavano Luciano D’Ulizia, idv, padre della Cedildes XV, cooperativa edilizia nata per offrire «efficaci risposte» alle necessità «pratiche e affettive» dei parlamentari costretti a lunghi soggiorni a Roma. Bella idea. Hanno aderito in un centinaio, da Margherita Boniver ad Angelino Alfano, da Cinzia Bonfrisco a Maria Elisabetta Alberti Castellati. Entusiasti e bipartisan. Ma non è sempre tutto oro quello che luccica: nata il 31 maggio 2007, la Cedildes ha dato forfait in autunno. Case acquistate: zero. Minacce di esposti e di segnalazioni ai carabinieri: tante. «Oggi cerchiamo almeno di rientrare in possesso delle quote versate» sospirano i deputati Gino Bucchino, pd, e Carlo Ciccioli, pdl, incaricati di recuperare i 100 mila euro rimasti in cassa. Ma è un compito improbo. E buona fortuna.