E il fango arriva fino al governatore Formigoni:a chiamarlo in causa è un vecchio socio di Ponzoni, Sergio Pennati, che parla di compravendita di preferenze elettorali e vacanze in barca pagate sia a Formigoni che allo stesso ex-assessore.
Proprio lui, il governatore ciellino cresciuto a pane e cilicio che definiva De Mita "un traffichino senza Dio" e che di cambiamenti sembra averne vissuti in 17 anni di potere incontrastato in Lombardia. Formigoni nega tutto mentre l'opposizione chiede dimissioni, ma per la classe dirigente lombarda è il terzo colpo in pochi mesi, dopo il caso Penati del Pd arrestato per tangenti e il vice-presidente del Pdl Cristiani indagato per corruzione. E, dulcis in fundo, nell'inchiesta ricompare la 'ndrangheta, che avrebbe appoggiato Ponzoni nelle regionali del 2005. In cambio, si presume, di appalti e favori.
2 commenti:
Più rimangono in politica e più diventano marci sino al midollo. Occorre una legge universale "solo 5 anni" e poi a casa, anche se hai fatto bene il tuo lavoro. In diverse parti del mondo questi maiali si tramandano di padre in figlio le cariche e vediamo i guasti, uccidono le masse per mantenere il potere. Queste persone andrebbero prese ed impalate vive come facevano i turchi una volta!
The Social Formigoni.
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