venerdì 3 febbraio 2012

La vera storia dei bilanci dei partiti: tutti irregolari e rimborsati.

La politica italiana e il magma dei rimborsiNegli ultimi anni, in media una quarantina di partiti ogni anno non hanno presentato in modo regolare il loro rendiconto. Tra questi solo una piccola parte, costituita quasi sempre da partiti minuscoli, alla fine non presentano le correzioni richieste, perdendo così il rimborso elettorale (piccolo anche quello, addirittura inferiore alle spese amministrative necessarie per ottenerlo…). «Sono stati due o tre nell’ultimo anno», rivela un funzionario della Camera. E dal piano di ripartizione dei rimborsi 2011 si scopre che solo due partitini presentatisi alle regionali del 2010 sono decaduti dal diritto al rimborso: Popolari Uniti (32 mila euro persi) e Alleanza di Popolo (66 mila euro).
SCAVALCATO IL COLLEGIO DI CONTROLLO. E gli altri? Hanno messo rapidamente in ordine le carte, riuscendo a ottenere il ricco rimborso. Eppure sono sempre molti i partiti «irregolari» in prima battuta, come se se ne infischiassero del Collegio di controllo, sapendo che quest’ultimo non ha poteri per intromettersi nelle loro finanze. Per farci un’idea, diamo uno sguardo a quanto hanno riscontrato i revisori nel 2009, nell’ultima relazione disponibile. Ebbene, sette partiti non hanno neppure trasmesso un rendiconto alla Camera.
PICCOLI INADEMPIENTI. Sono piccoli partiti, ma parliamo comunque di diverse centinaia di migliaia di euro in ballo: i liberalsocialisti, Sinistra democratica per il socialismo europeo, Gente della Liguria, Flc, Amministrare il Trentino, Autonomia socialista Sardegna. Tutti inadempienti al 100%. Anche se i contributi li hanno ottenuti comunque, e si tratta di centinaia di migliaia di euro. «Pur avendo ricevuto nell’anno 2009 i contributi erogati a titolo di rimborso delle spese elettorali [questi partiti] non hanno trasmesso al presidente della Camera dei deputati il rendiconto per l’anno medesimo» scrivono i tributaristi nominati dal Parlamento.
MANCANO I VERBALI. Per gli altri partiti si registrano innumerevoli irregolarità. La stragrande maggioranza delle formazioni politiche non ha prodotto un verbale di approvazione del rendiconto: i Ds, la Dca di Rotondi, la Margherita, Forza Italia, i Verdi, il Pdl, l’Unione, la Lega Nord, la Lista Storace, i Repub­blicani europei, il Movimento sociale-Fiamma Tricolore, il Partito pensionati, l’Udeur, il Pri, e altri minori.

Dal Pd alla Lega: imprecisioni e omissioniIl rendiconto di Bersani e soci «può essere considerato regolarmente redatto», ma «non risulta il verbale di approvazione», e poi «nel rendiconto risultano sotto la voce contributi dello Stato per rimborsi elettorali euro 11.104.088, an­che se dalle informazioni ottenute da questo Collegio risulta che la suddetta somma non è stata ancora erogata al Partito (e non risulta dai tabulati della Camera dei Deputati), poiché sussistono a carico del Partito stesso n. tre pignoramenti presso terzi, notificati sia alla Camera che al Senato, che hanno determinato il congelamento dei rimborsi per l’anno 2009».
LA GESTIONE DEI VERDI. Non sono regolari nemmeno i bilanci dei Verdi. Il partito di Pecoraro Scanio ha fornito una relazione di gestione che non è conforme alle regole, «in quanto evidenzia contributi da persone fisiche pari a 26.138 euro che risultano difformi da quanto comunicato a questo Collegio dalla Camera dei Deputati, alla quale risultano presentate dichiarazioni congiunte pari a euro 10.183».
LISTA POLVERINI «NON CONFORME». La Lista Polverini, quella che ha sostenuto l’elezione dell’attuale governatore del Lazio, «non può essere considerato regolarmente redatto», perché il conto economico non è conforme alla legge, in quanto mancano «i contributi previsti dalla legge per la partecipazione attiva delle donne alla politica». Allo stesso modo, il rendiconto della Sinistra arcobaleno per l’esercizio 2009 non è a norma per quanto attiene ai contributi per la partecipazione attiva delle donne alla politica.
Inoltre la Sinistra arcobaleno ha dichiarato nel rendiconto di non aver ricevuto contribuzioni da persone fisiche e/o da società, mentre al Collegio risultano 161 mila euro.
IRREGOLARITÀ NEL CARROCCIO. Molto inadempiente anche la Lega nord, il cui rendiconto non è giudicato regolare (non c’è il verbale di approvazione del bilancio, non tornano i conti dei rimborsi elettorali, man­cano i bilanci delle partecipate). Spesso, molto spesso, si notano differenze significative tra quanto i partiti dichiarano di aver ricevuto a titolo di rimborso elettorale e quanto invece risulta dai tabulati della Camera. Rifondazione comunista è lodevole e presenta un bilancio regolarissimo.
Non così i Comunisti italiani, il cui rendiconto omette una marea di informazioni. Irregolari sono anche il Pri, il Partito liberale italiano, il Partito socialista italiano, Per l’Italia nel mondo con Tremaglia, la Stella Alpina, il Südtiroler Volkspartei, il Pd (ma solo perché manca «una espressa dichiarazione di regolare tenuta dei libri contabili»).

L'impotenza dei revisori
L’Udc, dal canto suo, ha dichiarato di non possedere partecipazioni in imprese né direttamente né indiretta­mente, ma i revisori fanno notare che ciò non è vero, perché il partito di Casini ha il 7,35% di Occidente Spa (controllata dalla Fondazione Liberal, a sua volta presieduta dal parlamentare Udc Ferdinando Adornato).
NESSUNA SANZIONE. Tante piccole omissioni e imprecisioni che, tutte insieme, compongono un quadro in cui l’irregolarità dei bilanci è la norma, non l’eccezione. A dimostrazione di quanto poco i partiti siano preoccupati degli eventuali (ma molto superficiali) controlli su come amministrano i soldi pubblici. In compenso, mettersi in regola è molto semplice: basta produrre le carte che il collegio chiede, niente di particolarmente gravoso. Tanto le domande vere (potete dimostrare di aver effettivamente speso i soldi in quel modo?) i revisori non possono farle.
Fino a quando i partiti non si mettono in regola il rimborso è congelato, senza penali o multe, sempli­cemente messo in frigo. Ma rimane poco in quello stato, perché tutti i partiti (a parte quei due o tre partitini che talvolta rinunciano) si sbrigano a regolarizzare la pratica burocratica. Quando c’è da incassare centinaia di milioni, il tempo si trova.

Tratto dal libro "PARTITI SPA"

2 commenti:

Vitleo ha detto...

Basta imporre per legge, data la particolarità del tipo di associazione e visto che i partiti politici sono soggetti a contributi pubblici, la revisione legale dei conti come per qualsiasi società di capitale e vedrete che sindaci e/o revisori avranno più potere per richiedere spiegazioni agli stessi sulla regolarità dei bilanci presentati.

Mr. Tambourine ha detto...

Soldi, soldi, per tutti i manigoldi.

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