domenica 18 marzo 2012

Se Marchionne guadagna 1037 volte di più di un operaio

Le vendite auto Fiat sono calate drasticamente. Gli stabilimenti in Italia, da Mirafiori a Pomigliano, rischiano la chiusura da qui al 2013. Le regole per i lavoratori del comparto Fiat si fanno sempre più dure e stringenti. I sindacati di fabbrica come la Fiom, che legittimamente difendono gli interessi dei metalmeccanici, vengono estromessi dalla rappresentanza. La Fiat ignora sistematicamente le decisioni del giudice del lavoro, quando non sono a suo favore. Il contratto nazionale viene considerato carta straccia, in nome di contratti aziendali penalizzanti per i dipendenti. Gli operai finiti in cassa integrazione probabilmente non verrano reinseriti nel circuito produttivo e rischiano il licenziamento. L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che è una norma di civilità, viene considerato un totem da abbattere.
Eppure lui, l'ineffabile Sergio Marchionne, incurante di tutto, indifferente ai diritti e ai bisogni, ha aumentato i propri compensi tra il 2010 e il 2011, del 42 per cento, portando il suo stipendio a cifre astronomiche. Complimenti, Mr Marchionne. 
 
(Stando ai calcoli fatti da Massimo Mucchetti sul Corriere, in 79 mesi al vertice della Fiat ha totalizzato un valore pari a 255,5 milioni di euro, ovvero 38,8 milioni l’anno. Se le crifre corrispondono a verità, il buon Marchionne guadagna ogni anno 1.037 volte il suo dipendente medio e si mangia in un boccone tutti i detestati bankers britannici)

6 commenti:

Supertotogol ha detto...
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Supertotogol ha detto...
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Supertotogol ha detto...
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Supertotogol ha detto...

Lettera aperta a Marcegaglia, presidente di Confindustria
Premessa: C’è assolutamente bisogno di investire nei cervelli d’opera e nella mano d’opera e non negli abiti del monaco come si continua ancora a fare. Se fannulloni e ladri, come dice Marcegaglia, fanno “storia”, è perché sono remissivi i capi stupidi, altrimenti non starebbero un giorno in più oltre il terzo giorno sui luoghi di lavoro, con o senza l’art. 18
Lettera aperta: Poiché un dibattito sulla stupidità dei dirigenti non è mai stato affrontato pubblicamente e considerato il particolare momento di crisi economica, le polemiche sulla flessibilità e produttività, e confronto concorrenziale dei costi nella globalizzazione sfavorevoli per l’Italia, poiché direttori e quadri portano troppo in alto l’indice del costo del lavoro.. (Gli imprenditori, anziché chiedersi quanto costa un operaio, dovrebbero chiedersi quanto costa un dirigente)
..penso che non sia affatto un tabù discuterne nelle sedi opportune affinché si avvii al più presto un disciplinamento in merito.
Molto spesso nelle aziende, ma anche nella pubblica amministrazione e nel mondo politico, i dirigenti non sono affatto operativi, sono sterili di idee e si limitano esclusivamente al comodo ruolo di rappresentanza interna tra i vari livelli delle maestranze e più delle volte rappresentano se stessi facendo uso del linguaggio del corpo.
Sono convinto che verrebbe fuori una bella e costruttiva disputa tra chi non fa di tutta l’erba un fascio e chi pensa come il sottoscritto che in un seminato o sono tutti intelligenti o tutti stupidi.
In un collegio dirigenziale se prevale l’intelligenza, l’imbecille non avrebbe chance di imporsi e coabitare, mentre in quello opposto sarebbe esattamente il contrario.
Dove già domina la stupidità in un qualsiasi ambiente di lavoro, gli incapaci sono apprezzati, presi in considerazione e avviati in carriera poiché non innescano rivalità professionale, i dirigenti stupidi temono la competizione. Gli imbecilli sono potenzialmente scarsi e non creano imbarazzo mettendo in luce l'incompetenza.. e convivono di complicità.. tra cani non si mordono (se non concorrono per lo stesso obiettivo).
Invece chi sin da subito rivela talento viene mobbizzato e messo in condizione di non poter nuocere da chiunque è consapevole di avere posizione non meritata. Purtroppo il fenomeno della presenza dei capi stupidi avviene con ricambio esponenziale ed è in crescita, caricando sempre di più i passivi aziendali.
I direttori stupidi, oltre ad essere incapaci nel proprio mestiere, sono anche di basso profilo etico, attributi concatenati.. se si trovano in un pasticcio pur di scaricarsi dalle proprie responsabilità sono abili ad incolpare chiunque, ma sono sempre pronti ad accollarsi meriti altrui. E se si vedono ad un certo punto della propria carriera in prossimità di un imbuto, intensificano le leccate ai diretti superiori e pur di mettere in difficoltà il proprio rivale per scavalcarlo viene denigrato.. si smerdano l'un l'altro, sembrano più ratti che cani, sono codardi e agiscono con pretesti personali e non mettendosi in evidenza con contesti professionali.
Queste condotte sono una piaga quotidiana, rendono impestato l’ambiente = meno rendimento.. e si tratta di produrre in malora, ma quando si muore su una nave com'è accaduto a Costa Concordia per colpa della stupidità del comandante, non è più accettabile.. la stupidità della classe dirigente ci sta affondando tutti!
Parliamoci chiaro: La crisi economica non è una cosa venuta dal cielo né saturazione dei mercati, per cui l'unica causa possibile è l'incompetenza di chi ha poteri decisionali che decide male, o non decide affatto.
Per il sottoscritto questo argomento non lo è assolutamente un tabù, pertanto ho avuto l’ispirazione di scrivere e mettere online la mia esperienza sul rapporto con la stupidità dei miei ex direttori dello stabilimento di laterizi Ala Fantini di Montemesola (Taranto) di proprietà del Gruppo Fantini di Lucera (Foggia), qui: http://www.montemesolaonline.it/Laterizi.htm

massimo ha detto...

chi lo paga ? chi gli da lo stipendio ?

erminia ha detto...

In un mercato soggetto alla domanda degli acquirenti, quando questa cala, continuare a prendere uno stipendio come quello di Marchionne equivale a scappare con la cassa! La ricetta migliore è la cooperativa, a patto di affidare i conteggi SOLO a contabili (non ragionieri o commercialisti che ci farebbero pagar cari i loro studi)...