giovedì 5 aprile 2012

Commissione costi politica: "Impossibile ridurre stipendi alla Casta"

La Commissione Giovannini sulle retribuzioni di parlamentari e amministratori pubblici rimette il proprio mandato al governo. Nel giorno della pubblicazione del suo rapporto, spiega che "i vincoli della legge, l'eterogeneità delle situazioni e le difficoltà nella raccolta dati non hanno consentito di produrre i risultati attesi". "Nonostante l'intenso lavoro svolto nei mesi scorsi, i vincoli posti dalla legge, l'eterogeneità delle situazioni riscontrate negli altri Paesi e le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi", si legge nel comunicato stampa che accompagna la pubblicazione del rapporto finale della commissione Giovannini, riferito al 2011.
A pochi minuti dalla diffusione del comunicato Palazzo Chigi ha fatto sapere che "proseguirà la propria azione nell'obiettivo di giungere ad una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazioni pubbliche". "Il governo - si legge nella nota - è consapevole della necessità di completare nel più breve tempo possibile il percorso avviato nel luglio 2011 e proseguito con l'attuazione delle norme contenute nel decreto Salva Italia per il contenimento delle retribuzioni dell'alta dirigenza nei limiti del tetto previsto".
Nella nota diffusa dalla Commissione Giovannini si legge che "solo in nove casi su 30 è possibile stabilire una buona corrispondenza tra le istituzioni e gli enti italiani" da esaminare (dalle Camere alle authority, dalla Corte costituzionale agli enti locali) "e quelle di tutti e sei i Paesi" europei scelti per il raffronto. Inoltre "per nessuno dei nove enti in cui si è trovata una corrispondenza è stato possibile acquisire, per tutti e sei i Paesi i dati necessari, né dati con la precisione richiesta, né comunque dati ragionevolmente affidabili sotto il profilo statistico".
"Nessun provvedimento - si legge ancora - può essere assunto dalla Commissione per i fini previsti dalla legge". La normativa prevedeva infatti di individuare un livello retributivo europeo, da porre come limite massimo agli stipendi italiani in organi ed enti dello Stato. Ma ciò, alla luce del lavoro effettuato dai professori della commissione presieduta da Enrico Giovannini, non si è rivelato possibile. "Alla luce dell'esperienza maturata e delle evidenti difficoltà incontrate nello svolgimento dei propri lavori, anche a causa della formulazione della normativa vigente, la commissione ritiene dunque doveroso rimettere il mandato ricevuto. Il presidente della commissione, indicato dalla legge nel presidente dell'Istat, rimane necessariamente in carica. Qualora il governo ritenesse che la commissione debba proseguire nei suoi lavori, lo si invita ad esprimere tempestivamente il proprio orientamento, anche procedendo ad una nuova nomina dei suoi membri".
Conclusione: secondo il presidente Giovannini, di fatto, per ora, risulta impossibile ridurre gli stipendi alla Casta. Ottimo lavoro, presidente.

4 commenti:

Unknown ha detto...

QUESTO ATTEGGIAMENTO DIMOSTRA A TUTTI A CHI SIAMO IN MANO.SE QUALCUNO PENSA CHE LA CASTA SIA LI PER GOVERNARE SI SBAGLIA DI GROSSO.LORO FANNO SOLO I LORO INTERESSI E IL POPOLO PUO' SCHIATTARE.ANCHE DOPO I FATTI RECENTI IN CUI S'E' SAPUTO COSA FANNO DEI DANARI NOSTRI NON SI DEGNANO DI METTERE UNA PEZZA E DI DARSI UNA REGOLATA.E' UNO SCHIFOOOO.

bambata ha detto...

Questa ricerca dell'Istat parte dall'ipotesi di lavoro di adeguare gli stipendi dei parlamentari alla media europea. Siccome non si riesce a comparere le retribuzioni non se ne fa neinte. Ma è l'ipotesi di partenza sbagliata. Perchè si devono equiparare quelle italiane a quelle degli altri? E negli altri stati come le stabiliscono le retribuzioni? Equiparandole a quelle degli altri ancora?
La mia proposta sarebbe quela di partire dall'articolo 36 della costituzione
Art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

L'unico inconveniente è che si utilizzasse come criterio la qualità dell'attuale parlamento la retribuzione sarebbe prossima allo zero se non addirittura negativa.
Meditate gente.

Unknown ha detto...

HANNO TUTTO GRATIS,ALLORA PER LORO DEVONO AVERE NON PIU' DI CINQUEMILA EURO .....ED E' GIA' TROPPO E POI SOLO 2 MANDATI BASTA GENTE COI CAPELLI BIANCHI ....MATUSA.IL POLITICO NON E' UN LAVORO E' UNA MISSIONE.

napalm ha detto...

Sappiamo benissimo che è solo una scusa, non c'è bisogno di fare un paragone con gli altri stati membri dell'UE...
L'Italia è in crisi, servono soldi, abbassiamo i loro stipendi e riduciamo i loro privilegi, indipendentemente da qualsiasi confronto.
E' così che si dovrebbe operare.